L'ecoballa del Sistri costoso e «antiquato»
La commissione parlamentare sulle ecomafie ha audito il magistrato della Procura di Napoli Catello Maresca, titolare del fascicolo sul Sistri che indaga sull'assegnazione dell'appalto a Selex, gruppo Finmeccanica. Il pubblico ministero ha spiegato ai parlamentari il sistema definendolo 'anacronistico' e incapace di contrastare il circuito illegale. Un sistema, idoneo ad affrontare le modalità criminali che la mafia usava negli anni novanta. Il giocattolo della ministra Stefania Prestigiacomo è stato demolito pezzo a pezzo. Il Sistri non affronta il problema dei trasporti transfrontalieri, non controlla gli operatori italiani che vanno a smaltire all'estero e gli stranieri che vengono a smaltire in Italia. Trattiene il sorriso, Maresca quando è chiaFava mirare n sistema dl .tr.11. del rl5ad. La scatola èstata pesta odia motrice del dea e ma od rimorchio mato a giudicare il fallimento del click day dello scorso maggio. «Se questo sistema è così vulnerabile, per un accesso contemporaneo e qualche dato sbagliato, quanto potrà essere permeabile da terzi che vogliono metterlo ko?».
Il Sistri, il sistema di tracciabilità dei rifiuti, fiore all'occhiello della ministra dellAmbiente, Stefania Prestigiacomo, è un rottame in termini operativi e avvolto da ombre in merito al sistema di aggiudicazione della commessa. Emerge dall'ultima seduta della Commissione parlamentare ecomafie, presieduta da Gaetano Pecorella, che ha audito Catello Maresca, il pubblico ministero della direzione distrettuale antimafia di Napoli che indaga sul Sistri e sull'affidamento a Selex service management (gruppo Finmeccanica) dell'appalto per la gestione del sistema di controllo satellitare del percorso dei rifiuti speciali. Il procedimento incardinato presso la Procura partenopea vede indagati, già destinatari di perquisizione, il responsabile della Selex Sabatino Stornelli, Maurizio Stornello, Luigi Pelaggi, il potentissimo capo segreteria tecnica del ministero dellAmbiente e l'imprenditore Francesco Paolo Di Martino. I reati contestati sono l'associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato e all'emissioni di fatture per operazioni inesistenti. Maresca ha affrontato diversi aspetti della galassia Sistri, smontando pezzo per pezzo il sistema. Con ciò, vanno in frantumi le convinzioni propagandistiche della ministra Stefania Prestigiacomo che, dopo diversi rinvii, ha ottenuto un ulteriore differimento dell'av-vio del Sistri al prossimo febbraio. Ma il tema dell'entrata in funzione è l'ultimo ostacolo ad un meccanismo che lo stesso Catello Maresca ha giudicato antiquato e «anacronistico». «Ho avuto la fortuna - ha raccontato Mare-sca - di seguire un procedimento sul traffico illecito di rifiuti che riguardava esponenti dei Casalesi, condannati al 416 bis. Avevano fatto una discarica e il titolare poi morto per tumore si preoccupava di scavare e smaltire i rifiuti speciali, ma parliamo degli anni '90. Il Sistri vorrebbe aggredire queste modalità di condotta criminale, ormai superate». Maresca parla di una mafia moderna, aggiornata che lavora con società estere, a cui destinare fittiziamente i rifiuti per poi scaricarli in terreni e discariche illegali che «non sono quelle che il sistema Sistri vuole controllare». Verrebbe da dire che questa audizione andava fatta prima di avviare le procedure secretate, sotto il governo Prodi, di assegnazione e realizzazione del sistema. Il magistrato parla e mette in chiaro i difetti di un sistema incapace di colpire il circuito illegale di smaltimento. Non solo. Il sistema dovrebbe funzionare attraverso l'uso di dispositivi tecnologici e un collegamento con un cervellone centrale, pronto ad attivare controlli sul territorio alla prima segnalazione. Ogni automezzo che trasporta rifiuti viene fornito di una chiavetta usb attraverso la quale accede al sistema per caricare i dati di carico e scarico e di una black box di rilevamento della propria posizione, monitorata dai carabinieri del Noe (il Nucleo operativo ecologico) nell'avveniristica sala di controllo installata presso la Selex che si occupa del sistema di tracciamento. La black box, ha spiegato il magistrato, viene installata sul cruscotto monitorando la motrice, ma non il rimorchio. A chi replica che si dovrebbe cambiare la targa per attivare un percorso illegale di smaltimento, Maresca risponde: «Le mafie non avrebbero molte difficoltà ad ovviare a questo problema». Il Sistri, nell'au-dizione, viene passato ai raggi x, così come i costi. Al momento Selex ha ricevuto solo 5 milioni di euro, ma il costo complessivo è di 70 milioni, che saranno versati dalle aziende che già da due anni pagano per un sistema colabrodo. In realtà, il magistrato cita sistemi analoghi che monitorano altri settori, il cui costo arriva anche ad un quarto di quello previsto per il Sistri. C'è un altro aspetto che il sistema di controlli non affronta, se non marginalmente: quello delle ditte estere. «I trasporti transfrontalieri sono marginalmente presenti. Si abdica», spiega ancora Maresca, «alla possibilità di controllare gli operatori stranieri che vengono a smaltire rifiuti in Italia e quelli italiani che vanno all'estero». Un passaggio viene dedicato anche al "click day". A metà maggio viene testato il sistema, ma la prova finisce con il call center occupato, le chiavette illeggibili, l'impossibilità di chiudere una virtuale trafila del rifiuto. Insomma, più che un click day, un "crack day", dicono gli industriali. Ma Presti-giacomo, al tempo, assicurò: «Si parte il primo giugno». Su questo punto Maresca cita Luigi Pelaggi e riporta la sua spiegazione al cattivo funzionamento frutto, a detta del capo segreteria del ministero, dell'accesso contemporaneo di più operatori e dell'inserimento di dati sbagliati. Catello Maresca racconta: «A me viene da ridere. Se questo sistema è così vulnerabile quanto sarà semplice per un terzo con cattive intenzioni di non farlo funznionare». Un'audizione che ha affrontato anche altre questioni a partire dalla segretezza dell'appal-to con l'assegnazione a Selex Su questo il capogruppo del Pd Alessandro Bratti ha chiesto il perché del ritiro del ricorso da parte delle aziende che lamentavano l'assenza di concorrenza nell'assegnazione della commessa. Sul punto il pm è stato fin troppo chiaro spiegando che la la Selex ha avviato trattative private con queste aziende formalizzando promesse di interventi e coinvolgimento nel business. Un subappalto è stato affidato da Selex all'azienda di Francesco Paolo Di Martino, anche lui indagato, in rapporti con l'ingegnere Stornelli anche in altre vicende, come la squadra di calcio abruzzese. A precisa domanda del deputato leghista Raffaele Volpi, la risposta sul profilo di Di Martino è stata secretata. Un imprenditore napoletano sul quale la Procura ha avviato approfondimenti per scandagliare rapporti e contatti e per capire in quali mani sia finito il Sistri. Il giocattolo vanto con il quale la ministra Stefania Presti-giacomo sognava di combattere le ecomafie.