Le assise di Bagnoli confermano le perplessità sulla colmata e c'è chi chiederà il sequestro

Ambientalisti divisi tra dubbi e voglia di realpolitik

15 settembre 2011 - Simona Brandolini
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

NAPOLI — La firma per le preregate dell'America's Cup crea non pochi problemi a una parte degli ambientalisti napoletani. Almeno alla parte più cauta e più vicina al sindaco Luigi de Magistris. Come si farà a continuare a sostenere un governo cittadino che con quella firma sancisce l'ennesimo rinvio della rimozione della colmata di Bagnoli? Già, come si fa? Non si fa. Gli ambientalisti partenopei sono stati silenziosi, talmente tanto da far pensare che l'era de Magistris avesse in qualche modo innescato una sospensione automatica del diritto di critica. Tranne qualcuno (Gerardo Mazziotti in primis) che ha continuato ad alzare la voce, s'era persa traccia delle battaglie passate. La crociata, nel '94,contro la Villa comunale firmata Mendini. E quella, da sempre, per la colmata che va rimossa senza se e senza ma. Qualche tentennamento, qualche distinguo pure, continuano a persistere. Non v'è dubbio che la cooptazione di alcuni uomini d'area, come Alberto Lucarelli e Luigi De Falco, abbiano fatto diventare più cauta e dialogante una gran fetta di ambientalismo napoletano. E non v'è dubbio che ci sia anche la voglia di non passare più per guastafeste. Ieri mattina, per esempio, le Assise della città di Napoli e del Mezzogiorno d'Italia, l'associazione Salviamo Bagnoli e il Comitato giuridico di difesa ecologica avrebbero dovuto presentare Il pontile di Bagnoli un esposto alla Procura in cui si chiede il sequestro penale della colmata di Bagnoli in quanto corpo di reato: causa di un inquinamento senza precedenti. L'esposto sarà presentato, assicurano, si volevano avere notizie più certe. Ma non è proprio così. Dicevamo cautela. Guido Donatone è il presidente della battagliera Italia nostra e spiega: «Rispetto al progetto di Bassolino e Iervolino ch'era molto invasivo, si prevedeva un porto canale e opere pesanti, in questo caso, o almeno è quello che ci hanno detto, si pensa a strutture amovibili. Noi chiederemo soprattutto che ogni euro che l'evento porterà a Napoli sia destinato per la rimozione della colmata. E soprattutto lavoreremo ancora perché le regate si facciano nello specchio d'acqua antistante al molo San Vincenzo». E conclude: «Non abbiamo nulla contro gli eventi, non devono essere invasivi questo è ovvio. L'assessore De Falco (vice di Donatone fino a poco tempo fa, ndr) è un ambientalista coerente e per noi è una garanzia». «Non c'è dubbio che Bagnoli ci crea qualche perplessità — prosegue il ragionamento Raffaele Raimondi, presidente del comitato giuridico di difesa ecologica —, noi continueremo ad insistere: l'alternativa è il molo San Vincenzo. Insisteremo ancora». Ma il molo San Vincenzo non è contemplato in nessun progetto: l'area destinata è quella di Bagnoli. «Una pura follia, un atto criminale, chiediamo il sequestro penale dell'area», se un professionista ha fondato l'associazione Salviamo Bagnoli non può che dire questo. E Gerardo Mazziotti lo dice da sempre, confortato, tra l'altro, dai dati Icram elaborati da Benedetto De Vivo, scienziato di indubbia fama internazionale. Cosa ha scoperto De Vivo, tra l'altro consulente della Procura di Napoli in un precedente procedimento su Bagnoli? «La situazione è drammatica. E lo dico semplicemente da scienziato. Pur avendo sostenuto de Magistris in campagna elettorale, dico che non si può organizzare un evento su un sito contaminato. Le concentrazioni industriali nei fondali di Bagnoli sono migliaia di volte superiori al massimo consentito. Gli americani questo lo sanno?». E prosegue: «L'ambientalismo è una cosa seria. L'ecokomeinismo è un'altra cosa». Il professor De Vivo comparirà il 25 settembre nella puntata di Presa diretta di Riccardo laco *** na dedicata alle bonifiche e, anche in quell'occasione, snocciolerà i dati su Bagnoli. Sarà la prima tegola su de Magistris? Non v'è dubbio. «Siamo contenti per la firma — spiega Francesco lannello delle Assise —, ma siamo assolutamente contrari che le regate si facciano a Bagnoli. La colmata non può essere rimossa tra due anni, tra tre, ma subito: servono 45 milioni di euro non una lira di più. Li tirino fuori. La nostra opposizione, altrimenti, sarà dura. L'esposto è già pronto». Un crescendo rossiniano, non v'è dubbio. «Scimmiottando Brecht direi: beate le città che non hanno bisogno di grandi eventi. Voler condizionare il ruolo di una comunità a questi mega progetti è una delle patologie moderne», Vezio De Lucia è l'urbanista che ha redatto il piano dell'area occidentale, cioé di Bagnoli. «Dal '95 — spiega — il Comune ha deciso di eliminare la colmata. Sono trascorsi sedici anni e il problema non è se lo si fa ora o nel 2013. Ho sempre pensato che tutti i ritardi su Bagnoli fossero pretestuosi per rimettere tutto in discussione. Spero che il mio amico Marone mi possa smentire. Dire che Napoli non può gestire 120 ettari di parco è ammettere che siamo incapaci. Bagnolifutura non mi è mai parsa convinta». Per De Lucia il punto non è quindi la colmata sì, la colmata no, «il punto è se si vuole portare avanti Bagnoli a partire dai 120 ettari di parco. Tutto il resto è di contorno. Più che un grande evento, mi sarei aspettato da de Magistris una cosa molto più popolare: impadroniamoci di Bagnoli, tutti. Questa era una grande occasione, ancora una colta mancata».

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