Teora, dove il compostaggio raddoppia
Teora. Qui, ad un certo punto, si era pensato di fermare il valido impianto di compostaggio per ospitare le ecoballe. Un'assurdità contro la quale il sindaco del piccolo centro altirpino, Salvatore Di Domenico, ed il suo assessore ai Lavori Pubblici, Stefano Farina, si è battuto strenuamente ed alla fine hanno avuto ragione. L'impianto, entro la fine dell'anno, sarà, raddoppiato. Si passerà dalle poco meno 20 tonnellate giornaliere alle circa 50 del 2009. Un evidente e sostanzioso guadagno in termini di smaltimento e di addetti all'impianto. Due sono stati i punti di forza delle ragioni del sindaco. Ce ne parla lo stesso Di Domenico. «Per prima cosa - dice - il capannone e il sito sono troppo piccoli, avrebbe contenuto al massimo trecento ecoballe; il secondo era ancora più assurdo: la fermata dell'unico impianto di compostaggio in funzione in provincia di Avellino avrebbe comportato l'invio dell'umido a Catania con gli evidenti costi per la collettività. Per essere più convinceti sull'inidoneità della scelta abbiamo rappresentato il fatto che accanto a questo impianto ci sono delle abitazioni e delle attività produttive. Per il compostaggio non ci sono particolari gravi problemi . É vero che d'estate - aggiunge, il primo cittadino - si sente un odore poco gradevole, ma edesso con la ristrutturazione e il raddoppio non si sentirà nulla». Quello di Teora, inaugurato dal presidente della Regione Bassolino nel 2002, è un impianto sperimentale, con le biocelle all'aperto. É delocalizzato nell'area PIP (Piano di Insediamento Produttivo) in contrada Fiumicella, a circa sei chilometri dal centro abitato. Con il raddoppio è, soprattutto, previsto l'ammodernamento di tutte le tecnologie nel rispetto di tutte le vigenti normative in materia di smaltimento di rifiuti umidi. Il tutto sarà al chiuso in capannoni dotati di biofiltri e non ci sarà ampliamento di superficie. «Vigilerò in prima persona - aggiunge Di Domenico - affinché tutto venga costruito a regola d'arte. L'impresa appaltatrice, alla quale abbiamo fatto la consegna dei lavori, è una garanzia in tal senso. É quella stessa che sta realizzando la discarica di Savignano. Priorità, quindi, alla salute pubblica ed all'ambiente. Mi auguro, poi, che l'Arpac e l'ASL facciano una maggiore sorveglianza su quello che entra nei capannoni». Il raddoppio e riconversione dell'impianto di compostaggio viene a costare oltre 2 milioni e mezzo di euro, che sono stati finanziati con la Misura 1.7 del Por Campania. Attualmente sono circa trenta i comuni dell'Irpinia che scaricano il loro umido nell'impianto di Teora. Quando sarà completato il suo raddoppio si darà la possibilita a tutti i 60 comuni del Consorzio di poterne usufruire. Il sindaco non trascura la ricaduta economica su tutto il territorio dell'impianto. «Ad oggi - ci dice - sono otto gli addetti all'impianto, di cui quattro teoresi, e con il suo raddoppio, sicuramente, si raddoppierà anche il numero dei lavoratori. Il compost, inoltre, non è altro che un concime e può essere una fonte di guadagno per l'abbattimento dei costi di gestione se, al contrario di come avviene oggi, questo fosse confezionato in sacchi e venduto». Teora ha, quindi, imparato a convivere con un impianto che nessuno voleva. Ha abbattuto un tabù pur non senza difficoltà iniziali che comportarono vivaci proteste soprattutto da parte degli abitanti della zona che l'impianto l'hanno a qualche metro di distanza.