Ieri impianto fermo. I 100 dipendenti vogliono garanzie sul futuro e annunciano lo sciopero per il 13 giugno

Cdr di Pianodardine, arrivano i militari

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3 giugno 2008
Fonte: Il Mattino Avellino

Si addensano nubi nere sul Cdr. Il futuro dell'impianto e, di conseguenza, quello dei lavoratori, è a rischio. L'apertura delle discariche e la scelta di stoccare rifiuti tal quale è segno evidente dell'ormai imminente avvio del percorso di riconversione degli impianti Cdr. Pianodardine, con l'apertura dello sversatorio di Pustarza a Savignano, potrebbe essere il primo a fermarsi. Non c'è, però, alcuna certezza sui tempi di inattività. Tantomeno sul futuro dei circa 100 lavoratori, che potrebbero andare in cassa integrazione. Al riguardo, i sindacati regionali hanno provato la via del dialogo, ma la richiesta di un incontro con la struttura commissariale è rimasta inevasa. Per questo, le associazioni di categoria hanno proclamato una giornata di sciopero per il prossimo 13 giugno (è necessario almeno un preavviso di 15 giorni, ndr). Ma non è solo l'incertezza sul futuro dell'impianto a pesare su maestranze e sindacati. «Il fermo del gruppo dirigente - spiegano le associazioni di categoria - rappresenta un problema di stabilità, di assunzione di responsabilità». L'azione giudiziaria potrebbe, infatti, comportare gravi conseguenze all'attività del Cdr. A cominciare dalle "banali" scelte quotidiane, come quella di far conferire o meno rifiuti stoccati da più giorni per strada. Una situazione che potrebbe anche provocare un nuovo blocco dell'impianto, con gravi ripercussioni sulla raccolta in città, dove si è appena usciti da una nuova fase di emergenza, ed in provincia dove molti comuni risentono ancora gli effetti delle crisi passate. Intanto, a Pianodardine sono arrivati anche i primi militari per un sopralluogo all'impianto ed una verifica dell'attività. É stato posto in essere un controllo mirato al meccanismo di funzionamento della struttura, soprattutto alle fasi di ingresso e di uscita. Sono, dunque, state controllate le pese, le registrazioni, le fatturazioni. Tutte quelle operazioni che accompagnano il conferimento di compattatori carichi di rifiuti tal quale e l'evacuazione di mezzi di fos ed ecoballe. Un'azione, quella dei militari, derivante probabilmente dalla necessità di far luce rispetto alle presunte irregolarità messe in evidenza dall'azione della magistratura che ha portato agli arresti domiciliari i responsabili di tutti gli impianti Cdr della Campania, tra cui quello di Pianodardine Alessandro Di Giacomo. I controlli effettuati, anche in vista della gestione diretta da parte del genio Militare, rappresenteranno un ulteriore banco di prova per l'impianto. Ieri, intanto, il Cdr è rimasto chiuso per la festività. I compattatori carichi di rifiuti raccolti nella città capoluogo e nel resto di Irpinia hanno dovuto fare dietro front. Si sperava che, dopo la giornata di domenica, in cui il Cdr ha garantito una parte dei conferimenti dei compattatori provenienti dal napoletano, si riuscisse a sversare. Così non è stato. Quanto accumulato nei mezzi verrà conferito, a meno di ulteriori difficoltà, nella giornata odierna, in cui non sarà assicurato il completo servizio di raccolta. Si registrano novità, nel frattempo, per ciò che concerne il sito di stoccaggio di Pianodardine. Nulla che riguardi il sequestro, predisposto nelle scorse settimane dalla Procura di Avellino e confermato in sede di riesame. I sigilli restano. Ma è stato avviato lo spostamento delle ecoballe, al momento ne sono state trasferite circa 350 sulle 2mila e 200 presenti, stoccate sulla prima piazzola, il cui telo si era deteriorato, per evitare rischi di inquinamento ambientale al terreno. I rifiuti foderati sono stati stoccati sulla seconda piazzola, completata e collaudata. La prima, in caso di riapertura del sito, dovrebbe essere utilizzata per il deposito dell'inerte o per l'attività di smussamento e spegnimento di eventuali incendi.

 

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