Emergenza rifiuti e sprechi nuova stangata per Facchi

La Corte dei conti conferma: l'ex subcommissario dovrà pagare 250mila euro
11 settembre 2011 - Sabato Leo
Fonte: Il Mattino

Condannato a pagare 250mila euro, per sperpero di denaro pubblico, Giulio Facchi, dal 1998 al 2004 subcommissario per l'emergenza rifiuti in Campania: la sentenza è stata emessa dalla Corte dei conti di Roma. La magistratura contabile ha respinto il ricorso in appello di Facchi, 56 anni, bergamasco, confermando il verdetto della Corte dei conti, sezione di Napoli. Trattandosi di sentenza definitiva, a Facchi non rimane che mettere mano al proprio portafogli e versare quale risarcimento del danno all'erario la sanzione pecuniaria: 158.900 euro andranno allo Stato e 91.100 euro all'ex Consorzio di Bacino SA/3. Il fatto dannoso, contestato dalla Procura regionale della Campania della Corte dei conti, è la cattiva gestione dell'impianto di tritovagliatura di rifiuti di Palomonte (Salerno). Dopo aver più volte manifestato il proprio assenso alla messa in esercizio dell'impianto, realizzato dal Consorzio nel polo industriale del comune salernitano, l'ex subcommissario ne prospettava, senza ragionevoli motivazioni, una diversa utilizzazione. Ciò avverti- Condannato Facchi va nel dicembre del 2001, addirittura dopo il collaudo dell'impianto. Il motivo? Sarebbe venuta meno l'emergenza rifiuti a seguito del tempo trascorso e dell'apertura di altri impianti. La necessità e l'utilità della costruzione dell'impianto, invece, era stata sottolineata sia dai commissari ad acta nominati dal prefetto di Salerno, dall'apposito gruppo di esperti nominati dal commissario straordinario e dallo stesso vice-commissario Va-noli. Nel marzo del 2002, però, Facchi chiedeva al prefetto la revoca della relativa autorizzazione all'esercizio dell'impianto, circostanza che aveva reso l'opera inutilizzata e lasciata in stato di abbandono. Da qui il danno erariale, derivante da spreco di risorse pubbliche. Era stato proprio l'ex Consorzio, a febbraio del 2002, a denunciare sia al prefetto che allo stesso Facchi che il mancato avvio dell'impianto di Paolomonte determinava un grave danno erariale per cui bisognava esercitare azione di responsabilità davanti alla Corte dei conti. Seconda la sentenza di appello, emerge dalla ricostruzione dei fatti che Facchi ebbe un ruolo «attivo e propositivo» ai fini dell'intesa per la messa in esercizio dell'impianto, formulando prima una serie di richieste e prescrizioni che furono tutte accolte, salvo, poi, chiedere la revoca dell'autorizzazione prefettizia facendo riferimento ad un diverso piano regionale e ad ipotesi di riconversione che non ebbero alcun seguito. La Corte dei conti bacchetta pesantemente l'ex subcommissario per il suo comportamento «oscillante ed ambivalente ma sostanzialmente velleitario». Lo scorso mese di gennaio Facchi ha subìto un'altra pesante stangata dalla Corte dei conti di Napoli. la condanna è di 5,5 milioni di euro per l'assunzione degli Lsu del Consorzio di Bacino Ce3, destinati alla raccolta differenziata, e di 35mi1a euro per l'illegittimo rimborso di spese per raggiungere la sede di servizio di Napoli. Quest'ultima sentenza non è esecutiva perché la presentazione dell'appello alla Corte dei conti di Roma ne sospende l'efficacia.

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