Comune e Arpac ai ferri corti: stop ai test nel Golfo
Golfo di Napoli, un'estate senza le analisi aggiuntive sulle acque costiere commissionate dal Comune di Napoli all'Arpac, l'Agenzia regionale per l'Ambiente. Ciò è accaduto perché l'amministrazione partenopea ha disposto la revoca di questi test chimico-fisici, dal costo dì circa 13mila euro. Il motivo? L'Arpac non ha fornito tutta una serie di documentazioni richieste da Palazzo San Giacomo. È tutto nero su bianco, in una determina municipale firmata ad agosto, sintesi di una storia di burocrazia piuttosto complessa. In pratica il Comune, ogni anno, insieme ai test standard effettuati sullo specchio d'acqua costiero dall'agenzia, commissiona una serie di ulteriori verifiche. Ciò sia per riscontrare ulteriormente le analisi di baseche per intervenire con rilevamenti ad hoc in particolari casi, ad esempio se si verificano segnalazioni di scarichi a mare illegali o anomalie nel colore delle acque partenopee. Insomma, come scrive lo stesso ente, l'obiettivo finale è «garantire una più efficace salvaguardia dell'ambiente costiero». Quest'operazione di «monito-raggio della qualità delle acque marine antistanti la costa cittadina» però quest'estate non è stata effettuata. Le analisi chimico-fisiche sono insomma saltate nel periodo in cuivengono giustamente intensificati tutti i controlli a tutela dei bagnanti e dell'ambiente. È scritto nell'atto con il quale Palazzo San Giacomo ha chiuso la porta in faccia alla struttura regionale: «L'Arpac non ha fornito riscontri, fino alla data di adozione della revoca, e non ha fatto pervenire ladocumentazione probatoria necessaria». Traducendo dal burocratese: servivano delle carte che la società di via Don Bosco non ha prodotto. C'è anche da dire che questa storia è iniziata ad aprile e in cinque mesi sono accadute tante cose. Al posto di Rosa Russo lervolino è arrivato Luigi de Magistris, al servizio Risorsa mare è cambiato il dirigente e la nuova giunta ha anche disposto una rigida razionalizzazione delle spese. In questo giro di vite non è stato risparmiato nemmeno il rapporto con l'Agenzia di protezione ambientale: l'Amministrazione comunale ha giudicato economica-niente «svantaggiosi» i controlli aggiuntivi: «In quanto la stagione balneare - si legge nella determina dirigenziale - si trova in una fase avanzata e conclusiva e non risultano neanche più economicamente convenienti nell'attuale fase di ripartizione organizzativa dei compiti». Spiega Antonio Carpenito, dirigente del settore Mare: «Tutti i controlli di base che è dovere dell'Arpac svolgere sono stati effettuati regolarmente e questa vicenda non significa assolutamente che in futuro non faremo ulteriori verifiche sulle acque costiere. Semplicemente da oggi pagheremo ogni volta che ne avremo bisogno. Quante analisi faremo? Dipende dalle risorse, prima c'erano 20niila curo a disposizione, ora circa 13mila». Comunque i risultati della campagna di monitoraggio delle acque di balneazione in Campania dell'Arpac sono tutti visualizzabili su internet, nella sezione balneazione del sito www.arpacampania.it. Una mappa interattiva, che indica tutti i punti di prelievo, permette di conoscere tutti i valori delle analisi microbiologiche e il profilo sintetico di ogni tratto di costa, con la classifica-zione di qualità prevista dalle attuali norme. Napoli ha quindici punti di prelievo, undici dei quali giudicati balneabili (le ultime analisi sono di martedì 9 agosto). Off-limits ai bagnanti l'area ex industriale di Bagnoli (Tricarico e Lido delle Sirene) Pietrarsa e San Giovanni a Teduccio nell'area Orientale.