Rifiuti, Napoli rischia un'altra crisi

Giovedì scade il provvedimento per i trasferimenti del tritovagliato. Gli Stir si bloccheranno in quattro o cinque giorni se saranno utilizzati solo gli invasi partenopei
3 settembre 2011 - Mariano Rotondo
Fonte: Roma

NAPOLI. L'affidamento delle indagini al Politecnico di Torino per misurare l'effettiva capacità delle discariche di Chiaiano e Terzigno, nel Napoletano, e di Macchia Soprana a Salerno, rischiano di mettere nuovamente in ginocchio il ciclo di smaltimento in città ed in tutto l'hinterland. Una sentenza, quella del Tar del Lazio, insomma, che potrebbe rendere vano tutto quanto compiuto finora per sgomberare le strade dai cumuli di immondizia. A creare un grave problema in questo senso, infatti, ci sono anche gli accertamenti da compiere nello sversatoio di Savignano Irpino ad Avellino, dove al momento è al lavoro l'Arpac ed in cui, concluse le valutazioni in corso, ci sarà anche qui l'invio degli esperti piemontesi. Per quanto riguarda l'Agenzia regionale per l'Ambiente, di fatto commissariata da quanto disposto dai giudici amministrativi, la loro opera era già stata necessaria per valutare le effettive condizioni dell'ex poligono - dove resta un residuo di 157mila tonnellate ancora da sversare ma in cui vige un sequestro di un'area - e di Cava Sari con 78mila tonnellate disponibili anche se c'è l'accordo con lo Stato per fare sversare soltanto i diciotto Comuni della zona rossa del Vesuvio. A quanto pare, tuttavia, il Tar - richiamato in causa dalla Provincia di Avellino - non sembra fidarsi del solo parere del-l'Arpac, ritenendo giusto confrontare i dati con quelli che saranno successivamente prodotti dai tecnici torinesi. Una lunghissima sequenza di analisi, paragoni ed attività che avrà il momento il solo effetto di bloccare in via quasi certa le ordinanze del presidente della Regione, Stefano Caldoro, per trasferire i rifiuti di Napoli e dell'hinterland nelle discariche delle altre province, tra cui proprio Savignano Irpino oltre a quella casertana di San Tammaro. A lanciare l'allarme è l'assessore regionale all'Ambiente, Giovanni Romano: «Con questa situazione credo sia inopportuno pensare ad altre ordinanze che comprendano anche Savignano Irpino all'interno del dispositivo - spiega - ed anche se non c'è alcuna legge che lo vieta, essendoci altri accertamenti anche negli invasi partenopei, difficilmente sarà possibile fare altrimenti». Insomma, una successiva ordinanza potrebbe tornare se la situazione nelle strade dovesse ancora una volta precipitare. Le verifiche disposte dal Tar e che dovrà effettuare il Politecnico di Tonno non riguarderanno però esclusivamente i confenmenti residui. Nell'ottica delle ordinanze, infatti, sarà necessario conoscere anche l'accessibilità ai siti per capire se i confenmenti possano avvenire i tempi brevi e che quindi non provochino urgenze ed ancora la presenza di apparecchiature o sistemi meccanici idonei a consentire un più agevole accesso agli impianti per gli autocompattatori che devono scaricare nelle discariche.

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