Rifiuti, operai fantasma pagati anche in trasferta
Trasferiti per sostituire i lavoratori pagati per non lavorare: e i contribuenti ci rimettono 700 mila euro. E l'ennesimo assurdo dei consorzi di bacino, quelli che continuano a divorare cinque milioni al mese per le sole spese di personale e che nel napoletano servono solo due, dicasi due, Comuni che insieme non arrivano a ventimila abitanti. La vicenda è cominciata nel maggio del 2010 quando novanta dipendenti dell'articolazione Napoli furono trasferiti a Caserta per sostituire gli assenti per ferie. Da allora non sono mai rientrati anche se tra i lavoratori casertani si registrano ben sessantasei esuberi che dovranno essere riassorbiti in qualche modo, anche se nessuno sa ancora come. Secondo la pianta organica approvata da Bertolaso, infatti, nei consorzi, dove sono state assunte 2168 perNAPOLI 749 operai 132 amministrativi CASERTA 1.111 operai l 176 amministrativi OLI MENI 423 In più rispetto alla pianta organica 66A Caserta sone, ci sono 424 unità eccedenti, 358 a Napoli e 66 a Caserta. Cionostante a maggio del 2010 non si trovava nessuno che potesse raccogliere i rifiuti: invalidità, malattie, anzianità riducevano di molto le disponibilità. Perciò con un bando interno l'allora commissario Gianfranco 'l'onorano reclutò novanta operai dall'articolazione Napoli e li trasferì a Caserta pagando per ognuno venti euro al giorno di diaria. Poi il liquidatore si dimise e gli operai furono dimenticati a Caserta fino al maggio del 2011 quando, dopo la divisione anche contabile dei due rami del consorzio, il nuovo commissario, Domenico Pirozzi, chiese al responsabile casertano, Gaetano Farina Briamonte, di rimborsare gli stipendi pagati dalla Provincia di Napoli agli operai in missione speciale a Caserta. «Un atto dovuto - spiega Pirozzi - non vedo perché Napoli avrebbe dovuto pagare gente che lavora altro- LA IMDSIUTA Da Napoli a Caserta inviati operai tra 90 e 100 unita I DEem Il Consorzio di bacino vanta crediti 90 Caserta 30 Napoli ve». Immediata la contromossa di Farina Briamonte pronto a rimandare al mittente i pendolari. «Abbiamo già provveduto a individuare persone che hanno i requisiti per sostituire quelle che arrivano da Napoli. Entro metà del mese di settembre i dipendenti trasferiti torneranno alla loro sede». Dal prossimo mese, dunque, il via vai dovrebbe cessare permettendo ai contribuenti di risparmiare i 50 mila euro al mese spesi per le diarie. Resterà sul tavolo il problema più grave, quello di trovare un lavoro agli ottocento lavoratori napoletani che da anni restano in attesa di un compito qualsiasi. Non di uno stipendio: quello, infatti, viene assicurato mese dopo mese dalla Provincia di Napoli. La legge prevedeva due operazioni: da un lato si trattava di individuare il personale in esubero e dall'altro di sciogliere il consorzio, chiuderne la contabilità e trasferire tutti i dipendenti alla società provinciale. Dal 2009 la SapNa, la società provinciale, non ha invece assunto un solo lavoratore dei consorzi pur avendo stipendiato trenta persone. Né sono stati individuati gli esuberi. La Provincia ha preferito limitarsi a pagare un mese dopo l'altro gli stipendi a tutti gli 880 dipendenti spendendo una cinquantina di milioni che, legge alla mano, saranno pagati dai cittadini attraverso la l'arso. La società organizzata dalla Provincia di Caserta, la Gisec, invece, ha finora inviato 139 lettere di assunzione e ha incontrato pesanti contestazioni sindacali. Per legge, infatti, qualifiche stipendi dovrebbero tornare quelle del primo dicembre del 2008, ma i rappresentanti dei lavoratori non sono d'accordo: dopo quella data c'è stata una valanga di promozioni sulle quali indaga la Guardia di Finanza. Tornando al 2008 ogni dipendente perderebbe diverse centinaia di migliaia di lire in busta paga.