A Napoli estvengono trasferiti i vigili ambientali proprio mentre peri roghi nei sottopassi è cresciuto il livello della diossina

Ponticelli, tonnellate di rifiuti speciali il piano di recupero bloccato da 9 mesi

31 agosto 2011 - Alessio Gemma
Fonte: Repubblica Napoli

MILLECINQUECENTO tonnellate di rifiuti speciali. Stipati in un sottopasso autostradale a Ponticelli. Cinquecento metri di ingombranti, lastre di eternit, copertoni, amianto. Bruciati. Con l'allarme diossina proprio di fronte ai rioni popolari di Napoli est. Dietro c'è un progetto di bonifica della Regione bloccato per 9 mesi. E un paradosso targato Comune di Napoli: a duecento metri dal sito c'erano gli uffici della polizia ambientale. Smantellati da un mese. Viale Esopo, svincolo della Al, uscita Ponticelli-Barra. Accanto ad ognuno dei trenta piloni autostradali trovi cumuli: sacchetti, materassi in lattice, scatoloni di birra, fili elettrici. Sugli scudi, cartelli con una scritta rossa: "Questa non è una discarica". E rom che frugano nell'immondizia. Lungo il percorso, quattro frigoriferi, scheletri di lavatrici e un'area recintata con affisso un divieto: "Vietato l'ingresso ai non addetti ai lavori". Dentro, calce e mattoni e afar da corona una trentina di contenitori bianchi denominati "forsi bag". Sono da un quintale ciascuno: ospitano bottiglie e materiale plastico. È differenziato. Ma non rimosso. «Stiamo ancora selezionando i rifiuti — fanno sapere dall'Astir, società regionale che si occupa di bonifiche — A giugno c'è già stato un incendio, ci èvoluto una giornata per domarlo e ora i livelli di diossina sono sopra la norma. A gennaio 2011 abbiamo aperto un bando di gara chiuso a luglio scorso per individuare impianti dove conferire e le ditte di trasporto». Hanno partecipato in 12, nonostante il ritardo della Regione. Perché su questo sito c'è un programma di recupero ambientale datato marzo 2010. Importo dei lavori: 1,8 milioni. Fondi Por affidati all'Astir, con un delibera regionale congelata dalla nuova giunta Caldoro a luglio 2010, e sbloccata 4 mesi dopo, a novembre. Sul sotto-passo si affacciano da un lato i casermoni del rione Fiat e dall'altro quelli dell'Incis. «Da un anno arrivano 6-7 operai in tuta bianca e mascherine: tagliano l'erba e riempiono i sacchetti che restano lì dove sono—dichiara Antonio, 73 anni, residente — Nessuno sanziona chi scarica illegalmente, chiediamo vigili e telecamere». La scena si ripete in via Cali-fano: stesso sottopasso, affumicato dai continui roghi. Qui giace una montagna alta 5 metri di 20 tonnellate di indifferenziato. E lungo i duecento metri di asfalto, mischiato abitume, trecento copertoni sparsi ovunque, un paio di ciclomotori carbonizzati, telai nuovi di automobili, pezzi di ricambio di auto rubate: dagli specchietti, ai serbatoi, ai sedili consumati. Pasteggiano topi e lucertole. Pelouche, tricicli e armadi sono i soli resti domestici. E poi, centinaia di cassette della frutta: il lunedì e il giovedì si tiene un mercato autorizzato. «Bisogna mettere in sicurezza la zona, la gente non può fare acquisti tra polveri di diossina — attacca il consigliere comunale Franco Vernetti (Idv) — Ho già interpellato l'assessore all'ambiente Sodano». In viale Merola, a cento metri in linea d'aria, ci sono gli uffici del servizio di polizia ambientale dei vigili urbani: «Quel sito è già stato sottoposto a sequestro, abbiamo effettuato sopralluoghi e denunciato gommisti e attività commerciali della zona che sversavano. Alle spalle c'è anche un campo rom». Mille controlli espletati, 20 sequestri, 1921 esposti ricevuti e 900 verbali elevati: per un incasso di 830 mila euro. Dopo due anni la polizia ambientale stata chiusa. Erano in 52 i vigili, sono rimasti in 5. Sta per nascere il settore ecologia. Lontano da Ponticelli. Da est passa a ovest: sarà inaugurato a Soccavo.

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