Rifiuti E' scaduto ieri il decreto che vietava il conferimento in altre regioni, voluto dalla Lega. A luglio i Noe avevano bloccato venti camion, fermi a Taverna Del Re alla ricerca di una discarica

Campania, riparte il tour dei Tir della monnezza

«Diciamo che qui sembra di stare in una sorta di Stargate dei rifiuti - raccontano fonti ben informate - con i carichi che girano alla ricerca di una meta». Smentito un invio in Romania «Ci sono arrivate tante proposte di intermediazione, con destinazione estera, dal Sudafrica all'Oceania», spiega Giovanni Perillo, direttore tecnico della società Sapna
31 agosto 2011 - Andrea Palladino
Fonte: Terra

«Vedrà, da oggi si riprendono le danze». C'è fermento tra i mediatori di rifiuti in Campania dopo la fine del decreto che vietava il conferimento fuori regione e in molti già si preparano a ripartire verso la Puglia e la Sicilia. I Tir e i camion dei padroncini sono già pronti a rimettere in moto i carichi di monnezza. E non ci sono solo i sacchetti di Napoli in ballo, ma quella quantità enorme di scorie ancora non stabilizzate stipate negli Stir. «Diciamo che qui sembra di stare in una sorta di Stargate dei rifiuti - raccontano fonti ben informate - con i carichi che girano alla ricerca di una meta». La girandola della monnezza si era interrotta qualche mese fa, quando la Lega aveva imposto un decreto che subordinava l'invio dei resti napoletani al consenso dei governatori delle altre regioni. Tutto si era bloccato. Il sci luglio scorso i carabinieri del Noe, guidati dal maggiore Giovanni Caturano, avevano bloccato venti Tir con un carico di 350 tonnellate di rifiuti tritovagliati, provenienti dallo Stir di Giugliano, a Taverna Del Re. Da cinque giorni erano fermi in una piazzola, dopo la chiusura delle frontiere regionali: nessuno aveva idea di dove portare il carico. Dopo quel sequestro la Procura di Napoli ha aperto un'inchiesta, come confermano gli investigatori a Terra, con l'iscrizione nel registro degli indagati di Giovanni Peril-lo, direttore tecnico della Sapna. Un atto smentito dal diretto interessato: «Tutto si è chiarito - spiega Perillo - e i carichi sono stati dissequestrati, anche perché hanno stazionato a Taverna Del Re meno di 48 ore, il limite oltre il quale serviva l'autorizzazione». L'inchiesta, in ogni caso, sta proseguendo nel massimo riserbo in questi giorni, allargando il campo di attenzione dei magistrati.
Al centro della questione monnezza continuano a esserci gli impianti intermedi di tritovagliatura, gli Stir, snodo centrale del sistema industriale dei rifiuti campani. Qui si sono accumulati per anni i resti del processo di produzione della parte destinata agli inceneritori, lasciando una eredità tossica. Tanti i tentativi di portar via quei carichi, spesso finiti nei fascicoli processuali della magistratura partenopea. Come nel 2008, con l'inchiesta che raggiunse i vertici della struttura commissariale della protezione civile. Il vero problema è capire che tipo di rifiuto si è accumulato nel tempo e, di conseguenza, quali impianti sono in grado di riceverli. Secondo la Sapna - responsabile degli impianti napoletani - si tratta di scarti di sottovagliatura stabilizzata: «Tutti i rifiuti degli Stir gestiti da noi - spiega Giovanni Perillo - sono non pericolosi, con codice Cer 191212. Non c'è nessuna contaminazione da idrocarburi, di questo sono sicuro, perché ci sono le analisi dell'Arpa Campania effettuate con regolarità». Chi ha potuto visitare quegli impianti spiega, però, che lì sono stoccati anche i resti umidi della sottovagliatura, non rientranti nel codice 191212 e considerati rifiuti speciali. Rimane poi il dubbio sui resti dell'impianto di Giugliano, incendiati negli anni scorsi: non è chiaro se quella monnezza bruciata, che in questo caso diverrebbe rifiuto pericoloso, sia già stata smaltita e dove.
Da oggi i camion diretti fuori regione potranno riaccendere i motori. I responsabili provinciali per ora non vogliono raccontare quali sono le destinazioni: «Per ora si continua con i conferimenti che c'erano fino a ieri, non sono programmati a breve dei conferimenti ulteriori. Per quanto riguarda i contratti precedenti siamo in fase di rivalutazione dal punto di vista legale di queste attività», ha spiegato il direttore tecnico della Sapna. Il business del trasporto della monnezza napoletana fa gola a molti e di mediatori - anche fantasiosi - in giro a Napoli se ne vedono tanti in questi mesi. Giovanni Perillo, anche se smentisce il possibile invio in Romania - indiscrezione riportata da Terra nei giorni scorsi - conferma l'ipotesi di un invio all'estero dei residui stoccati negli impianti intermedi: «Non c'è nessuna trattativa in corso con la Romania, mai avuto trattative in corso con la Romania. Di proposte di intermediazione ne abbiamo qui molte, che ci propongono dal Sudafrica fino all'Oceania, ma non c'è nessuna trattativa in corso per conferimenti in Romania». La Sapna ha comunque intenzione di valutare la via che porta fuori dall'Italia: «Per quanto riguarda lo svuotamento degli Stir si sta valutando la ripresa dei conferimenti fuori regione e poi probabilmente anche fuori nazione. La prossima settimana verrà pubblicata una "manifestazione d'interesse" per mandare i rifiuti degli Stir in paesi comunitari principalmente, vedremo quali aziende aderiranno».

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