Lotta alle ecomafie: da Sirenetta a Sistri operazione fallita, undici anni di sprechi
L'ultima puntata della telenovela è una chiavetta usb, criptata, strumento tecnologico che doveva sostituire per sempre i formulari di carta. È stata distribuita agli inizi dell'estate, ultimo atto dell'operazione Sistri, passaggio obbligato pertracciare i rifiuti dal produttore al destinatario finale, cioè la discarica. L'operazione è stata interrotta da uno stop della produzione, blocco imposto dalla manovra finanziaria di agosto. Blocco quasi certamente definitivo, per ragioni di cassa ma anche a causa delle troppe ombre che si sono addensate su Sistri e sul - l'intero sistema, finito negli atti dell'inchiesta napoletana su Finmeccanica. La tracciabilità dei rifiuti, presentata dal ministero dell'Ambiente come l'arma risolutiva contro le ecomafie, stando a quanto accertato sinora dai magistrati del Centro direzionale di Napoli si sarebbe rivelata in realtà solo uno strumento per far girare soldi (cento milioni di euro già incassati, altrettanti da incamerare entro il prossimo anno) attraverso fornitu re coperte dal segreto di Stato, denaro versato dalle aziende che trasportano i rifiuti che già dal 2010 pagano la tassa che finanzia il servizio, che però non è mai entrato in funzione. Sistri è però figlio di altre due sigle, pure riconducibili a società controllate da Finmeccanica, nate e cresciute in Campania negli ultimi due anni dell'emergenza. Si chiamano Sirenetta e Si-tra, quest'ultima diretta derivazione dell'altra, oggetto di un'interrogazione parlamentare presentata il 3 agosto scorso al ministro dell'Ambiente e firmata dai deputati Alessandro Brani, Raffaella Mariani, Ermete Realacci e Salvatore Margiotta. Atto di sindacato ispettivo che è entrato a far parte del fascicolo del pm Catello Maresca, il magistrato che coordina l'inchiesta su Finmeccanica. Oggetto dell'interrogazione è lo spreco di denaro pubblico collegato al sistema di monitoraggio del trasporto dei rifiuti. I quattro parlamentari si chiedono infatti, «quali motivi abbiano impedito l'entrata in vigore e la messa a regime del sistema di tracciabilità dei rifiuti nella regione Campania individuati dal Governo e dal ministero dell'ambiente nel corso degli ultimi dieci anni (Sirenetta e Sitra); e come si giustifichino le ingenti somme di denaro stanziate dalla gestione commissariale prima e dalla regione Campania poi, per dei progetti rimasti solo sulla carta». La finalità ultima è quella del funzionamento di Sistri, ma per formulare la questione i deputati ricostruiscono con particolari e dettagli la storia dell'affare concepito nel 2000. Con l'ordinanza del 30 novembre 2000 firmata dal Commissario per l'emergenza rifiuti in Campania infatti «veniva approvato lo schema di bando per l'indizione della gara da aggiudicare mediante appalto-concorso) del progetto "sistema informativo, emergenza rifiuti network e tecnologia ambientale", Sire-netta, che si proponeva di monitorare il flusso dei rifiuti prodotti, raccolti, recuperati e smaltiti nella regione Campania attraverso l'installazione sugli automezzi di dispositivi satellitari per il rilevamento della loro posizione». Progetto aggiudicato il 21 settembre 2001 al raggruppamento temporaneo d'imprese costituito da Enterprice Ericsson SpA, Daelit srl e Cid Software studio srl e che ha beneficiato di un investimento iniziale di oltre 8 milioni di euro. Secondo le previsioni di ministero e Regione Campania doveva essere la prima applicazione in Italia del Sistri, coinvolgendo 1060 automezzi e 60 siti di stoccaggio. Nel 2005 la commissione di collaudo certificava, però «lavori di fornitura ed installazione di apparecchiature su soli 510 automezzi e 8 siti fissi». A ottobre del 2007Ia Enterprise Digital Architects era stata dichiarata fallita e messa in liquidazione; la conseguenza è stato lo scioglimento del Raggruppamento d'imprese. E da Sirenetta, nel 2009, è nato con ]'imprimatur del sottosegretario per l'emergenza rifiuti il «Progetto Sitra», al costo di I milione e 800mila euro. Scrivono i quattro parlamentari: «In data 5 ottobre 2009 il tavolo tecnico tra la Regione Campania e il commissariato di Governo ha individuato le due fasi del nuovo corso: la prima prevedeva il recupero e l'aggiornamento del progetto Sirenetta con l'installazione dei rilevatori su 40 automezzi e in 7 impianti, la seconda fase disponeva l'interfaccia con il sistema nazionale Sistri; in via provvisoria, con una semplice procedura negoziata e senza la pubblicazione di alcuna gara d'appalto, il progetto (prima fase) è stato affidato, con un ribasso dello 0,2 per cento a un prezzo di un milione e 400 mila euro, alla Vitrociset, società che ha assorbito le stesse aziende dichiarate fallite con la sentenza del 2007 (Enterprise, Cid Software e Dielleti srl, subentrata alla Daelit). Vitrociset Spa è controllata all'1,6 per cento da Finmeccanica, attraverso la Selex sistemi integrati. Si tratta quindi dello stesso gruppo che, attraverso la Selex service management, controlla la gestione del Sistri e che attualmente è sotto inchiesta della Procura di Napoli per false fatturazioni e truffa ai danni dello stato proprio in relazione all'aggiudicazione dell appalto Sistri».