Residenti spaccati sull'inceneritore, polemiche e dubbi sui benefici energetici
ACERRA - Ieri, 29 agosto, era una data certo impressa nella memoria di tutti gli acerrani. Si perché in quel giorno di sette anni fa, nel 2004, ci fu la straordinaria mobilitazione di un'intera città che protestò contro l'inceneritore, i cui lavori erano, all'epoca, appena iniziati. 30mila manifestanti sfilarono nelle strade del centro per recarsi al cantiere del Pantano, dove però iniziarono durissimi scontri con le forze dell'ordine. Da allora di acqua sotto i ponti ne è passata moltissima, eppure l'unico, contestatissimo, inceneritore in Campania continua a far discutere, a testimonianza che quella ferita inferta alla volontà e alla dignità degli acerrani fatica a rimarginarsi. Tra chi lo ritiene un mostro inquinante, chi lo considera una grande occasione di sviluppo sull'esempio di altre realtà o chi come l'unica strada per uscire definitivamente dalla ventennale emergenza campana. "L'impianto di Acerra - nota, ad esempio, il vicesindaco di Napoli Sodano -fa della Campania la terza regione d'Italia per volume di rifiuti bruciati, dietro Lombardia ed Emilia Romagna". Per questo "basta per governare la transizione che porterà a una situazione nella quale potremo fare a meno dell'incenerimento". In città è un gran parlare attorno alla figura del vicesindaco di Napoli Tommaso Sodano, da sempre in prima linea contro la realizzazione del termovalorizzatore. Basta sfogliare alcune pagine del suo ultimo libro dedicato a questa sua battaglia personale, senza dimenticare la vertenza giudiziaria coi vertici di Fibe. Eppure ad Acerra, numerosi e di ogni parte politica sono i detrattori dell'ex senatore del Prc, reo di aver cambiato linea ed idee da quando è assessore a Napoli, interessato esclusivamente all'interesse della metropoli a discapito dei comuni dell'hinterland. Una polemica che comunque interessa relativamente i cittadini, concentrati sulle esigenze ecologiche del territorio. Il tutto mentre si pensa al futuro dell'impianto del Pantano, in quanto alla fine dell'anno scadrà il contratto di Fibe con la regione Campania. Quasi certamente l'impianto sarà acquistato dalla regione. Nel frattempo in città diventa sempre più diffusa e apprezzata da più parti la proposta di Vincenzo De Maria, locale esponente del Nuovo Psi (medesimo partito di Caldoro: coincidenza?) di una partecipazione del comune all'acquisto dell'impianto, rinunciando ai crediti che l'ente vanta per l'inceneritore. Così il comune di Acerra avrà maggiore possibilità di monitorare gli standard di sicurezza ambientale. Sarà, ma sta di fatto che quello che avrebbe dovuto costituire il garante del non-inquinamento dell'inceneritore, ovvero l'osservatorio ambientale, ha di fatto cessato l'attività alla fine di dicembre scorso. Intanto l'ad di Impregilo Alberto Rubegni fa sapere "noi abbiamo realizzato il termovalorizzatore di Acerra che fino ad oggi ha generato 160 milioni di euro di energia elettrica". Non si ha notizia di nessun acerrano che ha goduto di un tale beneficio.