L'emergenza, la svolta Mai convertito il provvedimento del governo che vieta il trasferimento della spazzatura senza il via libera delle Regioni

Rifiuti, scade il decreto: ripartono i camion

Non è più necessario l'ok dei governatori. In Puglia e Sicilia i primi trasferimenti
29 agosto 2011 - Adolfo Pappalardo
Fonte: Il Mattino

Questione di ore, poco più di 48, e riprenderanno i trasferimenti di rifiuti verso altre regioni. Perché scade alla mezzanotte di domani il decreto legge, mai riconvertito, che rendeva necessario l'ok dei governatori per questo tipo di trasporti. Tutto bloccato negli ultimi 60 giorni per quel decreto e per quell'articolo 1 su cui hanno guerreggiato la Lega Nord (da sempre contraria ai trasferimenti) e il gruppo del Pdl campano. Si riparte ora e si ricomincia dai vecchi accordi bloccati da una sentenza del Tar del Lazio, su ricorso del governatore pugliese Vendola, poi ribaltata con una sospensiva del Consiglio di Stato. E se a luglio ed agosto Liguria, Toscana ed Emilia Romagna hanno accolto immondizia per non far annegare Napoli nella crisi, ora s'allarga la platea dei potenziali impianti. Compresi quelli della Lombardia, del Veneto e del Piemonte, con buona pace dei rispettivi vertici. Per ora le regioni d'arrivo sono Sicilia e Puglia, in base ai vecchi contratti riattivati nelle ultime ore. Lì la Sapna spedirà, con camion attrezzati, la frazione umida tritovagliata in impianti privati. Ma sono stati già avviati contati con operatori di altre regioni per verificare la possibilità di altri trasporti. E così farà anche Eco-ambiente, la società provinciale per il ciclo dei rifiuti di Salerno. «Siamo pronti - conferma fi presidente Roberto Celano -, ci siamo già attivati e stiamo verificando chi, tra minor costi e minor distanze, ci offre le migliori possibilità. Purtroppo - conclude - finché non ci sarà il termovalorizzatore (ora bloccato per ricorso di una società esclusa dalla gara d'appalto, ndr) non si chiude il ciclo dei rifiuti e i trasferimenti sono necessari». L'unica via d'uscita è andare extra regione perché, come si sforzano di ripetere da palazzo Santa Lucia, le ordinanze per smaltire l'immondizia napoletana fuori provincia (l'ultima, la quinta, è stata firmata appena 48 ore fa) sono misure straordinarie e temporanee. Sempre più difficile reiterarle. Non solo per le proteste dei presidenti delle Province di Caserta ed Avellino, il centrista Domenico Zinzi e il pdl Cosimo Sibilia, ma soprattutto perché visto il progressivo esaurimento di quei sversatoi si rischia di esportare lì la crisi napoletana. E i malesseri sono rutti per i ritardi accumulati in questi mesi da chi non avrebbe fatto la propria parte. Il riferimento dei vertici della Regione va all'intesa siglata, con ila regia del sottosegretario alla presidenza Gianni Letta e del ministro Stefania Prestigiacomo, a palazzo Chiigl lo scorso 4 gennaio. Accordo firmato dal governatore Caldoro, dal presidente della provincia di Napoli Luigi Cesaro e dall' allora sindaco Rosa Iervolino. Lì ci si è impegnati a realizzare una discarica nel Nolano, più un'altra da ricercare nell'hinterland napoletano, oltre ad uno sversbatoio nel salernitano. Oltre ai cosidldetti impianti intermedi. Ovvero duce siti di trasferenza nel comune di Napoli. Ma per ora solo palazzo San Gliacomo, con l'arrivo del sindaco Luiigi de Magistris, ha preparato due siti dli tra-sferenza e sta per allestirne un altro. Più indietro, invece, il lavoro nel napoletano perché, progetti a parte, lo sversatoio del Nolano non è partito mentre ai primi di settembre ci sarà un incontro con i sindaci perverificare se nella parte sud, tra Castellammare e la costiera sorrentina, sia possibile partire con un sito di trasferenza o trovare qualche cava per depositarvi il compost. Mentre i verdi tuonano già contro l'ampliamento di Terzigno. «Il recente progetto dell'ennesimo ampliamento della discarica di Terzigno - denuncia il commissario regionale dei Verdi Francesco Emilio Borrelli - previsto dal piano provinciale dei rifiuti è inaccettabile»

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