Rifiuti in Provincia tutti in ferie: la crisi può attendere
La città potrebbe ripiombare da un momento all'altro nell'emergenza rifiuti e a Palazzo Matteotti, sede della Provincia di Napoli e in prima linea per fronteggiare l'eventuale crisi, sono ancora tutti in ferie. Del presidente della giunta Luigi Cesaro si sono perse le tracce, assessori e consiglieri di maggioranza e opposizione sono presumibilmente ancora sotto l'ombrellone, oppure all'estero, mentre la situazione potrebbe precipitare da un momento all'altro e non è chiaro quale sia l'eventuale piano di pronto intervento. A presidiare il fortino' il solo assessore all'Ambiente, Giuseppe Caliendo il quale il massimo che può fare è prendere tempo e aspettare che arrivino rinforzi, cercando nel frattempo di non inimicarsi' il collega alla Regione, Giovanni Romano. Che, esaurito il compito di scongiurare un nuovo disastro ambientale con le ordinanze del governatore per il trasferimento dei rifiuti nelle province campane, ha detto chiaro che il problema adesso è delle altre istituzioni. Cui Caliendo, di rimando, ha risposto ricordando ("senza polemica" ci ha tenuto a precisare) che per "realizzare un ciclo dei rifiuti regolare sono necessari da uno a due anni". Troppi. Servono subito delle alternative per evitare un nuovo allarme. E la Provincia aveva individuato una soluzione che consisteva nell'utilizzo di cinque cave dismesse nel territorio notano e vesuviano. Il 4 luglio scorso era stato firmato a Palazzo Santa Lucia un accordo tra Regione, Provincia e Comune di Napoli che dava il via libera all'apertura dei siti dopo gli adempimdenti necessari affidati al commissario Annunziato Vardè. Il 20 luglio Cesaro dichiarava, a seguito di un incontro con i sindaci delle aree interessate e strappato da loro il via libera agli sversamenti, che nel giro di una settimana avrebbe reso noti i nomi dei luoghi prescelti e avviato il programma di trasferimento. Nel frattempo, Caldoro, stretto dalla drammatica contingenza dei cumuli di spazzatura che si facevano paesaggio urbano del capoluogo e del suo hinterland, era costretto a varare, tra le resistenze dei presidenti delle Province interessate, le ordinanze per il conferimento nelle discariche locali. Questo fino all'altro ieri, quando è stato impossibile reiterare il provvedimento per la saturazione degli invasi e senza che, nel frattempo, dall'ente provinciale partenopeo fossero giunte notizie sulla questione cave. Il vicesindaco di Napoli e assessore all'Ambiente, Tommaso Sodano, si è detto sicuro che la città posssa reggere almeno fino al 31 agosto e che poi inizieranno i trasferimenti nelle altre regioni e all'estero con le navi che partiranno a metà settembre. Per quella data, comunque, tutti sperano che in Provincia si faccia vivo qualcuno e che finalmente venga fatta chiarezza sugli impegni assunti dai propri vertici istuzionali, compreso i nomi delle località dove insistono le cave di cui sopra.