Stop ai rifiuti fuori provincia, torna l'incubo crisi

Discariche e stir al collasso, la Regione non rinnova l'ordinanza sui trasferimenti. Scatta l'allarme
23 agosto 2011 - ad.pa.
Fonte: Il Mattino

Scaduta a mezzanotte l'ordinanza per sversare i rifiuti napoletani verso Avellino e Caserta, si profila una nuova crisi. Quattro-cinque giorni, l'inizio della prossima settimana al massimo, è la dea-dline secondo i tecnici della Regione alle prese in queste ore con dati e flussi. Impensabile, per ora, ipotizzare una nuova ordinanza (sarebbe la quinta). Anche perché sia il sito di sant'Arcangelo, sia quello di Savignano sono quasi alla soglia di saturazione: insistere significherebbe mandare in crisi la raccolta e lo smaltimento delle altre province. Rimarrebbe solo la discarica casertana. Complicato, troppo complicato per almeno due ragioni. La prima: operativamente non può accogliere più di 600 tonnellate al giorno (300 da Caserta e altrettante da NApoli. La seconda: il presidente della Provincia, il centrista Domenico Zinzi, da sempre polemico contro i trasferimenti, non potrebbe mai accettare di farsi carico da solo del napoletano. E stavolta sarebbe difficile non creare frizioni forti nella maggioranza di centrodestra che governa la Regione. L'ultima volta i quantitativi si sono ridotti rispetto alle 800 tonnellate di frazione umida proveniente dagli stir della provincia di Napoli verso le discariche di Savignano e San Tammaro stabiliti il 2 agosto. Ma la reiterazione dell'ordinanza, contro cui Caserta e Avellino avevano chiesto inutilmente la sospensiva al Tar del Lazio, era necessaria: oggi invece è più complicato. E ora si ricomincia. Perché il rischio è quello di ritornare allo scenario di alcune settimane fa. Anche perché, come fa notare l'assessore regionale all'Ambiente Giovanni Romano, «sinora nonostante i proclami e le intenzioni, di fattibile non si è visto nulla. E noi ora abbiamo le mani legate». I1 riferimento è ai viaggi via nave annunciati dal comune di Napoli ma anche sugli accordi stilati dalla Provincia per gli ambiti territoriali del nolano e del vesuviano. Di operativo non si è visto nulla e da lunedì, con il ritorno dalle ferie, la produzione di rifiuti tornerà ai livelli standard. Quasi 600 tonnellate di immondizia al giorno difficile da smaltire con gli impianti stir dalle piazzole di raccolta sature, senza discariche e con solo due linee del termovalorizzatore (una è in manutenzione) di Acerra al lavoro. E solo a metà settembre si passare dalle attuali 1600 alle 2200 tonnellate. All'orizzonte come via d'uscita s'affaccia solo la scadenza, 1130 agosto, del decreto legge per trasportare i rifiuti fuori regione. Trasferimenti possibili, ma sinora in quantità limitata, solo dopo l'ok dei vertici delle Regioni in base a quell'articolo 1 su cui per tutto il mese di luglio si sono sfidati, per la conversione, il Carroccio e la pattuglia dei deputati campani del Pdl. Impossibile, o quasi, in questi giorni in cui il parlamento è preso dalla conversione in legge della manovra economica, occuparsi della Campania. E decadendo il testo, i trasferimenti saranno di nuovo possibili con accordi singoli tra enti campani e privati. Un'ultima arma su cui puntare. L'unica buona notizia, invece, sembra arrivare sul fronte dello sblocco dei fondi comunitari. In questa settimana c'è stato un corposo carteggio tra il governatore Caldoro e il ministro degli Affari regionali Raffaele Fitto: in ballo ci sono fondi Fas per 150 milioni della legge 1 del 2011 e il recupero di altri 141 milioni per compensazioni ambientali che provengono dal Por 2000-2006. Tutti finanziamenti per il comparto campano rifiuti. «Ci sono segnali incoraggianti - conferma l'assessore Romano -, la settimana prossima contiamo di avere l'ok per sbloccare queste risorse già per metà settembre. L'unico problema è tecnico: se entrano nel bilancio aumentano il tetto di spesa e corri il rischio di averli e non poterli poi spendere. Ma Caldoro sta ragionando con il ministero affinché nella delibera Cipe sia contemplato lo scomputo di questi fondi dal tetto di spesa programmata. In questo modo potremo finanziare isole ecologiche e impianti. E, cosa più importante, completeremo le compensazioni perle amministrazioni che hanno ospitato impianti».

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