Fogne in mare, 25 denunce nel 2011

22 agosto 2011 - Mariano Rotondo
Fonte: Roma

Soltanto nel 2011 sono state già venticinque le denunce effettuate, e dunque le indagini aperte, a causa dello scarico abusivo delle fogne. Un'attività che sta portando avanti il Nucleo Mare della polizia municipale e che portando a scoprire situazioni tanto scandalose quanto imbarazzanti lungo le coste del capoluogo partenopeo. Non solo, insomma, lo scarico in mare nelle acque balneabili di Pietrarsa, al confine tra San Giovanni a Teduccio, denunciato ieri dal Roma e su cui nonostante le segnalazioni dei cittadini nessuno ha messo ancora un freno allo scempio ambientale. Secondo la mappa degli interventi effettuati negli ultimi otto mesi dalle forze dell'ordine, sembra non esserci zona all'ombra del Vesuvio, in cui non si eviti di fare scaricare nello specchio marino liquami e veleni che dovrebbe invece finire all'interno dei depuratori o addirittura essere smaltiti - come nel caso di alcune di tipologie di industrie e stabilimenti - con metodi particolari previsti dalla legge. Dalla mappa del mare ammorbato dagli scarichi, tuttavia, dall'inizio del 2011 pare salvarsi soltanto la zona di Santa Lucia e di via Caracciolo anche se continua ad essere balneabile in maniera piuttosto dubbia (la gente infatti continua tranquillamente a tuffarsi) ma a causa delle vicinanze con il Porto e con l'approdo di Mergellina. Ma tra le venticinque indagini aperte e dove la Procura sta lavorando per accertare le responsabilità e chiudere il quadro della accuse, la maggior parte riguarda proprio la zona tra quella orientale e l'area portuale commerciali e dei cantieri. Qui, infatti, sono partire qualcosa come una dozzina di inchieste - pressoché la metà del totale - soltanto negli ultimi otto mesi. E tutte perché sono giunte denunce di scarichi fognari che finiscono direttamente in mare, provocando l'ulteriormente peggioramento delle condizioni delle acque. Sono stati presi dei campioni ed al momento si sa soltanto che c'è stato un inevitabile forte aumento di colifecali e colibatteri presenti, anche se il timore più forte è quello che ci possano essere addirittura tracce di metalli pesanti che si sono ormai insediati nelle acque marine partenopee. La situazione, inoltre, non va troppo meglio neppure dall'altro lato della città, dove si salva Posillipo ma in cui Bagnoli e soprattutto l'isola di Nisida restano alla mercé di costruzioni abusive che giàin diverse occasioni hanno portato a scoprire scenari simili a quello di Pietrarsa dove l'azzurro del mare è stato ormai ricoperto da un colore torbido che lascia poco spazio all'immaginazione per fare capire cosa finisca nello specchio d'acqua di Napoli Est. La "varietà" di fogne abusive, insomma, è piuttosto estesa e tra i sospetti delle indagini scattate dopo denunce e controlli, non vedono soltanto una forte crescita dei fenomeni relativi alle reti cittadine ma anche quelle di carattere industriale che pur non gettando in mare colifecali, rischiano di inquinare in maniera ancora più forte le acque marine come è accaduto a Vigliena, non lontano, anzi ad un battito di ciglia, dalla stessa Pietrarsa.

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