L'imbarazzo di Cesaro: «Un blitz? Ma no, anzi ci ho già ripensato»
Un tentativo di blitz ferragostano? «Ma no, ma no...», rassicura il presidente della Provincia Luigi Cesaro: «Escludo categoricamente che compost e rifiuti trattati negli Stir possano mai andare in costiera sorrentina». Sarà. Ma a scatenare la querelle è il sindaco di centrodestra di Sant'Agnello Gian Michele Orlando che porta a conoscenza la bozza di proposta fatta, proprio in queste ore, dall'amministrazione provinciale e su cui si dovrà discutere ai primi di settembre. Eccola: i comuni sorrentini dovrebbero accogliere compost fuori specifica prodotta in quell'area e rifiuti da Stir. E per questo sono state individuate ben 16 cave dismesse (3 a Sant'Agnello, 2 a Meta e 11 a Massa Lubrense).
Sarebbe una batosta mortale al turismo. «Noi dobbiamo ragionare su ambiti territoriali, è chiaro, ma in una zona di gran pregio come la penisola sorrentina non potremo mai fare le stesse cose fatte in altre zone della provincia. Parliamo di un ecosistema particolare che non potrebbe sopportare operazioni di questo genere. Ripeto: non andremo mai in questa direzione».
Ma la bozza arrivata sulle scrivanie dei primi cittadini a ferragosto è chiara: si prospetta l'uso di 16 cave dismesse. Addirittura 11 a Massa Lubrense. Compresa quella della baia di Ieranto o di Marina di Puolo che sono in zona protetta? «Appunto, è impossibile. Quel documento è stato preparato dai tecnici sulla scorta delle mappe regionale delle cave dismesse. Nient'altro. Ma in quelle cave i rifiuti non andranno mai. Incontreremo i sindaci per avere un confronto ma possono stare tranquilli sin da ora».
E ll problema dell'ambito territoriale? «Contiamo molto sul comune di Castellammare. Il sindaco Luigi Bobbio sta lavorando e siamo già a buon punto: nel suo comune, visto il gran numero di aree dismesse, c'è la possibilità di reperire zone per costruire sia un sito di trasferenza che un sito di compostaggio. Contiamo molto su quell'area e non sulla penisola sorrentina».
Eppure dietro sembra esserci un tentativo di sondare il terreno e cercare comunque di usare qualcuna delle cave dismesse. «Ma no, i primi cittadini possono stare tranquilli: sarebbe impensabile individuare lì i siti. Un aspetto che chiariremo a settembre quando ci sarà il tavolo di confronto».
In mezzo poi, non c'è solo lo spettro di una batosta al settore turistico ma anche un problema di mobilità: con una sola statale il passaggio di camion e compattatori creerebbe più di un problema. «Appunto. Anche per questo l'ipotesi non è fattibile. Sarebbe complicato dal punto di vista della mobilità ma anche antieconomico trasportare II rifiuti di qualsiasi genere». La frenata «Il documento era stato elaborato sulla scorta del piano regionale sulle cave dismesse»