Il Tar: sì alla spazzatura in Irpinia e nel Casertano
Il governatore Caldoro incassa due sì sul fronte rifiuti. Ieri, infatti, il Tar del Lazio, con due distinti provvedimenti, ha rigettato le richieste di sospensiva, presentate dalle province di Avellino e Caserta, all'ordinanza del 12 agosto con la quale si dispone il trasferimento di rifiuti nelle discariche di San Tammaro (Caserta), Savignano Irpino (Avellino) e presso gli Stir di Pianodardine, Casalduni e Santa Maria Capua Vetere. Una boccata d'ossigeno, quindi, almeno sino a lunedì, giorno in cui scade l'ordinanza. I giudici del Tar hanno fissato la trattazione collegiale il prossimo 14 settembre. Ma, intanto, la Provincia di Avellino, così come quella di Caserta, confidano nell'udienza del prossimo 31 agosto, sempre davanti al Tar. In quella sede la Regione dovrà dimostrare come le discariche di Chiaiano e Terzigno siano sature. Alla base del diniego della sospensiva dei giudici amministrativi del Lazio sembra ci siano le preminenti esigenze della salute pubblica e la limitata efficacia temporale del provvedimento impugnato. Ma arrivano subito le prese di posizione dei vertici delle Province di Avellino e Caserta da sempre contrari ai trasferimenti di rifiuti napoletani nei loro territori. Sibilla intanto non nasconde la propria preoccupazione per la scarsa autonomia dello sversatoio di Savignano, che s'è praticamente azzerata a causa dei conferimenti da fuori provincia. Peraltro, la stessa Regione non ha ancora elargito i dieci milioni necessari per costruire la quarta ed ultima vasca prevista dal progetto originario della discarica. In questo modo si rischia l'emergenza. «Andando avanti di questo passo finiamo per avvicinarci a nuove emergenze: non si risolvono i problemi di Napoli e Salerno (che dirotta i rifiuti in Irpinia, ndr) e si aggravano quelli di Avellino, Benevento e Caserta. Mettiamoci attorno ad un tavolo e definiamo un nuvoo accordo», spiega l'assessore provinciale irpino all'ambiente, Domenico Gamba-corta. «Mi sarei aspettato dal Tar una pronuncia coerente con quanto stabili - to dallo stesso tribunale e cioè vincolata all'obbligo da parte della Regione di depositare una dettagliata relazione dell'Arpac sullo stato degli impianti nella provincia di Napoli, relazione che ancora non c'è ma che la Regione è tenuta a presentare entro il 31 agosto. Soltanto così - attacca il presidente della Provincia di Caserta, il centristra Domenico Zinzi - mi spiego il rigetto da parte del Tar della sospensiva del provvedimento. In ogni caso c'è da constatare che ormai la provincia di Caserta serve esclusivamente a risolvere non l'emergenza rifiuti a Napoli ma la semplice ordinarietà perché Napoli e provincia sinora hanno dimostrato di non saper affrontare il problema».