Piano della Regione, la Provincia frena «Non tiene conto dell'intesa sulle cave»
Scadono il 17 agosto i sessanta giorni previsti per inviare le osservazioni sul piano regionale rifiuti e ieri sono scese in campo la Provincia di Napoli e Legambiente. La giunta provinciale ha puntato la sua attenzione soprattutto sulla necessità di collegare la dotazione impiantistica agli ambiti territoriali ottimali (Ato): «Le osservazioni tengono conto delle esigenze specifiche del territorio e sono utili affinchè venga garantita la realizzazione di impianti idonei e che il ciclo dei rifiuti possa compiersi nel perimetro provinciale», ha spiegato il presidente Cesaro. Secondo la Provinicia l'analisi svolta nel piano: «non risulta dettagliata a livello di Ato nè con riguardo all'impiantistica e ai relativi flussi, né con riguardo ai sistemi con cui vengono gestite le raccolte». Non solo: la Provincia sottolinea che il piano non tiene conto degli accordi raggiunti da piazza Matteotti con i comuni dell.'area vesuviana e da quelli dell'area nolana dove saranno utilizzate le cave per portarci, una volta stabilizzato e reso inerte, la frazione umida dello stir di Tufino. Secondo la giunta ancora fino al 2015 bisognerà prevedere conferimenti agli stir fuori provincia e ai termovalorizzato-ri fuori regione. E a partire dal 2016, se tutto quanto ipotizzato venga realizzato, sarà necesaria la disponibilità di 112 mila metri cubi di discarica all'anno. Legambiente, invece, osserva che la percentuale di raccolta differenziata ipotizzata dal piano, il 50 per cento, si trova «in palese difformità dalle disposizioni di legge vigenti» che la fissano ad almeno il 65% entro il 31 dicembre 2012. Secondo il presidente di Legambiente Campania Michele Buonomo, il piano non sarebbe dunque altro che la presa d'atto di un sistema impiantistico già deciso e appaltato: «Si rileva - dice Buonomo- un'allarmante convergenza verso analogo scenario di riferimento del piano, corrispondente al target del 50 per cento di raccolta differenziata». Legambiente sostiene che con la differenziata al 65 per cento non ci sarebbero rifiuti sufficienti ad alimentare i tre previsti termovalorizzatori campani (Acerra, Salerno e Napoli est). « "Inoltre- conclude il presidente di Legambiente Campania- con riferimento ai controlli è bene ricordare che grande attenzione va posta al tema dei traffici illeciti di rifiuti in Campania e in generale al tema della legalità negli atti e nelle procedure amministrative. Gli accordi proposti con le associazioni imprenditoriali di categoria devono essere un'opzione prioritaria nell'agenda della Regione Campania per l' attuazione del Piano». Altre osservazioni erano state fatte nei giorni scorsi dalle associazioni degli imprenditori e degli agricoltori.