Le confessioni davanti al pm "Soldi ai clan, assunzioni ai politici"

3 giugno 2008 - Dario Del Porto
Fonte: Repubblica Napoli
«Ai miei occhi le tangenti da pagare alla camorra apparivano inevitabili. Il nostro impegno con i politici poteva invece essere largamente garantito attraverso le assunzioni nelle società, incarichi di consulenza, oppure consentendo la scelta dei ruoli amministrativi nella società».

Così, in un interrogatorio del 5 luglio 2007, Michele Orsi spiegava ai magistrati della Procura di Napoli i fragili equilibri che aveva cercato di salvaguardare nella gestione della sua attività nel settore dei rifiuti. L´omicidio di domenica, commesso in quella Casal di Principe dove l´imprenditore continuava ad abitare e dove da giorni l´allarme per la strategia del terrore pianificata dalla camorra sale vertiginosamente, lega nella maniera più tragica le due grandi emergenze che stringono la Campania e dunque l´Italia: la crisi dei rifiuti e la pressione della criminalità organizzata. Orsi, precisa la Direzione distrettuale antimafia di Napoli, «non era un pentito ma un dichiarante».
Dopo il suo arresto, l´imprenditore aveva fornito elementi utili alle indagini, ma non poteva ancora essere considerato un collaboratore di giustizia. Il suo difensore, l´avvocato Claudio De Stavola, non è d´accordo con chi lo paragona a Salvo Lima e afferma: «Michele Orsi era una vittima, come suo fratello: la loro società ha versato 15 mila euro al mese, per quattro anni, al clan di Mondragone. Aveva paura, veniva ogni giorno nel mio studio perché era l´unico posto dove si sentiva sicuro». Ora che è stato ucciso, restano le pagine di verbale depositate agli atti dell´udienza preliminare che riprenderà fra due settimane.
Il 6 giugno 2007, Orsi esordiva: «Mi voglio soffermare sui rapporti da me intercorsi con organizzazioni criminali facenti capo al clan dei Casalesi». Ai magistrati, riferì che, appena la società Eco4 aveva cominciato a operare a Castelvolturno, si era verificato «un blocco di operai» e raccontò di un incontro con Luigi Guida, ex boss della Sanità poi entrato a far parte del clan dei Casalesi: «Ci disse che veniva per conto di Bidognetti (uno dei capi della cosca n. d. r.) che nella zona ormai comandava lui e che la somma versata era "una miseria"». L´imprenditore spiegò di aver avuto, fra gli obiettivi, anche quello di «mantenere buoni rapporti con i giornalisti» e di aver tentato di «ingraziarsene» alcuni pensando anche di «inserire una persona di nostra fiducia all´interno di una testata».
E poi c´è la politica. Il 5 luglio 2007, Orsi affermava: «Ci siamo sempre proposti di mantenere i migliori rapporti con i politici dando massima disponibilità nell´assumere dipendenti anche oltre quelle che erano le reali esigenze della società». E proseguiva: «Ci si è proposti di assecondare i politici "fin dove era possibile", ritenendo che il limite fosse legato ai nostri interessi patrimoniali: per questo io e mio fratello non abbiamo mai inteso contribuire finanziariamente alle richieste dei politici». Sosteneva Michele Orsi che «le parti politiche principali che intendemmo soddisfare erano rappresentate da Landolfi e Cosentino. Ovviamente le assunzioni erano legate anche ad esigenze di voto in relazione alle periodiche elezioni».
In un precedente interrogatorio, datato 15 giugno 2007, Orsi aveva sostenuto che «circa il 70 per cento delle assunzioni poi operate per la società Eco4 erano inutili, ed erano motivate per lo più da ragioni politico-elettorali, richieste da Valente, Cosentino e Landolfi». L´imprenditore parlava di «assunzioni non solo inutili ma sostanzialmente fittizie», e ricordava: «Durante la campagna elettorale del 2004 Raffaele Chianese, un uomo dell´onorevole Landolfi, mi chiese di offrire un contributo elettorale a quest´ultimo per la somma di 5 mila euro, cosa che feci personalmente consegnandola a casa sua a Mondragone». Nicola Cosentino, deputato di Forza Italia, attuale sottosegretario all´Economia, non è indagato. È imputato per corruzione con l´aggravante di aver favorito un´organizzazione mafiosa, invece l´ex ministro Mario Landolfi (An) che dice: «Dai riferimenti forniti da Orsi nei miei confronti non è emerso alcun rilievo penale. Non ho ricevuto alcun contributo, nel 2004 non ero candidato alle amministrative. Sono accusato per un episodio specifico che non avrò difficoltà a chiarire: un´ipotesi di concorso in corruzione aggravata per le dimissioni di un consigliere comunale che, secondo l´accusa, si sarebbe dimesso in cambio dell´assunzione per tre mesi della moglie nella Eco4. Non conosco questa signora, e il Consiglio comunale era ormai arrivato alla conclusione. Quanto all´aggravante, è caduta già per due coimputati: in un caso davanti al gip, nell´altro davanti al Riesame. Quei fatti si riferiscono al 2004 e due anni prima la commissione d´accesso aveva escluso infiltrazioni malavitose nell´amministrazione. Smonterò con la forza dei fatti e la mia storia personale e politica questo impianto accusatorio».

 

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