C'è l'emergenza rifiuti, raffica di assunzioni
Quello dell'emergenza rifiuti è un settore che non conosce crisi e continua a produrre posti di lavoro. O almeno assunzioni. O, mal che vada, sussidi. Il Comune di Napoli con la delibera numero 57 del 25 luglio ha confermato alla Napoli Servizi i sessanta contratti di lavoratori socialmente utili avviati dalla giunta lervo1ino. La società incaricata di gestire la pulizia di parchi, giardini e immobili comunali ha già mille e cinquecento dipendenti. E sarebbero anche pronti altri 24 incarichi pro tempore per gli operai del consorzio di bacino Napoli 5 che rifiutarono di essere assorbiti dall'Asia e che ora, dopo due anni di mobilità, verrebbero assoldati per imballare la spazzatura da spedire oltremare. La delibera, secondo i lavoratori coinvolti nell'operazione sarebbe già pronta e aspetterebbe solo la firma del dirigente di settore. «Manterranno le qualifiche che avevano - dice il leader del sindacato Azzurro, Vincenzo Guidotti che ha seguito la vertenza - e ovviamente riteniamo che al contratto semestrale possa seguire una regolarizzazione». Intanto la Provincia di Napoli sta varando con i sindaci del territorio divisi in sei aree altrettante società consortili che si andranno ad aggiungere alla Sapna alla quale per legge tocca la gestione del ciclo dei rifiuti. L'azienda a dicembre del 2010 ha assorbito i dipendenti degli stir di Giugliano e di Tufino passando da 30 a 204 unità. Nel 2010 sono stati spesi 2 milioni e 418 mila euro di stipendi e 222 mila euro di consulenze. Per i soli dirigenti e quadri assunti direttamente dall'azienda si è speso più di un milione. 59 mila euro sono stati investiti perla consulenza fiscale, 45 mila per la consulenza per la gara della Tarsu, 23 mila euro per l'elaborazione delle paghe. Due persone sono state addette all'ufficio stampa. Sono stati scelti anche sei nuovi tecnici. Curiosamente nel bando di gara sono stati ammessi ingegneri ambientali con laurea triennale e quinquennale e ingegneri edili con la sola laurea triennale. Nessuno è stato pescato trai lavoratori dei consorzi di bacino anche se la Provincia di Napoli continua a versare uno stipendio a 881 dipendenti che servono i siti in disuso gestiti dalla Sapna e due piccoli Comuni, Cicciano e Castello di Cisterna. Costo complessivo mensile due milioni di euro. E gli amministratori non si sono mai presi. la briga di attuare la dotazione organica stabilità da Bertolaso che prevedeva 423 esuberi. Nel protocollo firmato dai sindaci dell'area nolana intanto si legge: «I Comuni e la Provincia di Napoli si impegnano a costituire direttamente, ovvero mediante le proprie società partecipate di settore una società interamente pubblica, paritetica, per la gestione di tutte le attività e gli impianti esistenti e a farsi dell'area nolana». Bisognerà realizzare al più presto un sito di cornpostaggio, ma anche piattaforme per gli ingombranti, impianti di trattamento meccanico, siti di trasferenza, impianti per gli olii esausti, impianti di inertizzazione e chi più ne ha più ne metta. Il tutto in società con i privati. A lavorarci dovrebbe essere personale selezionato come idoneo del consorzio di bacino. Naturalmente se ci sarà personale giudicato idoneo. Ma non scontato che ci sia. Per questo il rappresentante di settore della Filas Confsal lancia l'allarme: «Tra Napoli e Caserta - spiega Mimmo Merolla - ci sono già 1950 lavoratori dei consorzi e si registrano ben 423 esuberi. Dobbiamo avere la certezza che a essere impegnati siano questi dipendenti già pagati altrimenti ci sarà una moltiplicazione delle spese a danno dei contribuenti e chi già riceve uno stipendio rischia di essere espulso dal ciclo dei rifiuti per fare spazio a nuove assunzioni clientelari. Le società consortili sono un inutile duplicato: la legge attribuisce a Sapna la gestione del ciclo dei rifiuti». Le assunzioni continuano anche nel casertano: gli organici del consorzio di bacino dovrebbero essere quelli dei 2008. Si sta procedendo alla riorganiz7a7ione, ma non sono arrivate le lettere di licenziamento per i 34 dipendenti arrivati di quella data. E si profila la riassunzione anche per i due lavoratori che rifiutarono il passaggio di cantiere con la ditta Senesi che subentrò nel servizio ad Aversa. Tra i responsabili nominati l' 11 luglio anche Antonio e Anthony Scialdone coinvolti in alcune inchieste giudiziarie.