Alga tossica, ignorata l'ordinanza tuffi e pesca dalla Gaiola a Nisida
È tossica. E da ieri è stata ufficialmente messa al bando. Tanto che nei tratti di mare «incriminati», la Gaiola, una parte di Posillipo e Nisida, è stata affissa su ogni muro disponibile l'ordinanza sindacale, firmata dall'assessore all'Ambiente Tommaso Sodano, che nell'ambito del piano di monitoraggio per la gestione del rischio derivante dalla fioritura dell'alga tossica Ostreopsis ovata «proibisce «la raccolta di ricci di mare, molluschi e crostacei, anche per autoconsumo, presso i siti della Gaiola, Rocce Verdi e Nisida, in prossimità della costa e a cento metri dalla stessa». L'ordinanza, dunque è entrata subito in vigore e lo resterà fino a nuova comunicazione. Addio, dunque, alle impepate di cozze, pescate dai bagnanti di Nisida e Marechiaro grazie a poche bracciate per raggiungere gli scogli. Un tuffo con un coltello in una mano ed una busta di plastica nell'altra, poi il distacco dei mitili dagli scogli e infine il ritorno a riva con il trofeo di pesca, per la cena. Ma, addio anche alle insalate di mare «fai date», ricche di gustosi ricci, di molluschi e crostacei, anche questi finora tradizionale botti - no di una giornata passata al mare?. Non è proprio così. O almeno non sembrerebbe dopo una piccola perlustrazione mattutina fatta ieri da un lato all'altro della costa. Una puntatina sulla spiaggetta della Gaiola e un'occhiata veloce a Mare-chiaro e poi nella piccola insenatura sabbiosa del porticciolo ai piedi del costone del Virgiliano, danno l'esatta misura di come i napoletani hanno tenuto davvero in poco conto il divieto, almeno nel primo giorno di entrata in vigore dell'ordinanza. «C'è il divieto di pesca? Non si possono fare le cozze, nè mangiarle? E perché?» domanda un uomo mentre si arrotola un asciugamano ai fianchi. Lui, sua moglie e la loro bambina da circa una settimana fanno la spola da Fuorigrotta, dove abitano, fino a Nisida per fare qualche tuffo gratis a mare e, perché no, anche per portare qualcosa a casa. «Vedete questa busta, ci sono le cozze che ho pescato poco fa. Anche ieri ne ho prese un bel po' e le abbiamo mangiate ieri. Ma, come vedete stiamo bene tutti e tre. lo non ci credo a questa storia delle alghe tossiche». Ma il divieto non si limita alla pesca. L'ordinanza invita infatti i cittadini a «non esporsi sulla battigia nei siti interessati dal fenomeno, in presenza di condizioni climatiche avverse, come vento forte e mare mosso, che possono spingere l'alga verso la costa e di evitare di immergersi in acqua là dove è visibile la presenza del-l'Ostreopsis ovata, riconoscibile dall'addensamento di chiazze giallastre». Ma nonostante la presenza galleggiante sull'acqua di piccole alghe brune e schiumose, ieri mattina anche alla Gaiola la gente in mare o stesa al sole era tanta. «Qul il mare è pulito e facciamo tuffare anche i bambini tranquillamente. Ho sentito dell'ordinanza per le alghe. Ma qui non si fanno le cozze, perché ci sono troppi controlli» spiega un uomo sulla sdraio mentre poggia un ghiacciolo sulla fronte di una bimba per limitare i danni di un capitombolo. «Piuttosto scrivete che quest'anno alla Gaiola sia i bagni pubblici che le docce sono chiusi e inservibili e questo sì che può creare problemi. È appena il secondo anno che il Comune li aveva messi». In Campania il monitora v o costante sulla fioritura dell'Ostreopsis ovata è iniziato nel 2007 e coinvolge soprattutto I'Arpac, che effettua prelievi e campionamenti e ha preparato anche un vademecum per individuare e difendersi dalle alghe. Ma collaborano attivamente anche l'Istituto zooprofilattico di Portici, l'Università Federico II e la Stazione zoologica Dohrn. Secondo gli addetti ai lavori «anche quest'anno è stata verificata la presenza dell'alga nelle aree sotto controllo» che contiene sostanze nocive, capaci di provocare problemi a chi le respiri inalando l'aerosol marino, a chi le ingerisce consumando molluschi e ricci prelevati nelle zone contaminate e a chi entri in contatto con le stesse. Ma, dicono ancora, non c'è pericolo per chi fa il bagno, date le attuali concentrazioni riscontrate, ma certamente «è sconsigliabile il consumo dei frutti di mare prelevati nelle zone dove c'è stata la fioritura della Ostreopsis». Comunque potrebbe essere questione amcora di qualche giorno e poi i napoletani potranno tornare a tirare un respiro di sollievo. Il periodo di più intensa concentrazione dell'alga, infatti, coincide con la fine di luglio ed i primi giorni di agosto. Addirittura nel sito delle Rocce Verdi, dicono sempre gli esperti, il picco massimo di tossicità decresce da inizio agosto in poi, ma raggiunge un nuovo massimo tra settembre ed ottobre. Con ogni probabilità, quindi i «pescatori per hobby» a ferragosto potrebbero festeggiare l'Assunta con un pranzo tutto a base di pesce, pescato da loro