Alga tossica, a Posillipo tuffi ok ma pesca vietata
NAPOLI — Alga tossica: scatta il divieto di raccogliere frutti di mare, ricci e crostacei alle Rocce Verdi, a Nisi-da ed alla Gaiola. Come anticipato ieri dal Corriere del Mezzogiorno, i prelievi di campioni di acqua e di molluschi effettuati dall'Arpac e le analisi dell'istituto zooprofilattico di Portici hanno evidenziato anche questa estate, come le precedenti, la presenza di un'abbondante fioritura di Ostreopsis ovata lungo la costa posillipina. Trattasi di un organismo unicellulare di origine tropicale che si è adattato ormai al Mediterraneo e, tra fine luglio ed inizio agosto, fiorisce abbondantemente anche nei mari italiani. A Napoli in particolare lungo le coste rocciose di Posillipo. L'alga contiene sostanze nocive, capaci di provocare problemi a chi le respiri inalando l'aerosol marino, a chi le ingerisca consumando molluschi e ricci prelevati nelle zone contaminate, a chi entri in contatto con le stesse. Eventualità ed entità dei malesseri, naturalmente, dipendono dalle concentrazioni di alga a mare. I fenomeni più gravi riscontrati in altre zone d'Italia — anni fa a Genova, a inizio luglio a Palermo — sono stati congiuntiviti, dermatiti, problemi respiratori, febbre. Nulla di irreparabile, dunque, ma sintomi che in qualche caso hanno reso necessario perfino il ricovero in ospedale. In Campania, ad oggi, non si registrano episodi analoghi. L'alga tossica però c'è ed il Comune di Napoli è corso ieri ai ripari, con l'ordinanza siglata dall'assessore all'Ambiente, Tommaso Sodano. Il provvedimento, dunque,«proi-bisce la raccolta di ricci di mare, molluschi e crostacei, anche per autoconsumo, presso i siti della Gaiola, Rocce Verdi e Nisida, in prossimità della costa e a ioo metri dalla stessa». Alla Gaiola, peraltro, che è un'area marina protetta, il prelievo di qualsiasi esemplare di flora o di fauna è vietato già da tempo, per ragioni legate alla tutela della biodiversità. L'ordinanza, che ha immediata applicazione e resta in vigore fino a nuova comunicazione, raccomanda inoltre ai cittadini «di non esporsi sulla battigia nei siti interessati dal fenomeno, in presenza di condizioni climatiche avverse, come vento forte e mare mosso, che possono spingere l'alga verso la costa e di evitare di immergersi in acqua là dove è visibile la presenza dell'Ostreopsis ovata, riconoscibile dall'addensamento di chiazze giallastre». Prima che a Napoli, quest'estate, il divieto di prelevare cozze, patelle, ricci di mare e crostacei era scattato a Sorrento, a Sant'Agnello ed a Bacoli, sempre per la presenza dell'alga tossica. Proprio ieri, intanto, sono stati resi noti i risultati dei prelievi di campioni di acqua marina effettuati dal-l'Arpac dopo che, una settimana fa, erano fuoriuscite acque di fogna dall'impianto di sollevamento di Coro-glio, a causa della pioggia molto intensa del 28 luglio. Una vicenda che naturalmente nulla ha che fare con l'alga tossica. «Non sussiste alcun rischio per i bagnanti nelle zone di Posillipo e Nisida», dice il Comune. Stando ai dati, in sostanza, i liquami sono stati metabolizzati dal mare. H caso era emerso perché domenica scorsa Capitaneria di porto e bagnanti avevano avvistato in acqua e sulle spiagge di Nisida e Trentaremi decine di ratti morti, assorbenti e altre porcherie. Erano finite in mare dall'impianto di sollevamento di proprietà comunale e gestito dall'Arin, nonostante un sistema di grigliatura avrebbe dovuto impedire che questo avvenisse. In passato era peraltro già capitato. Comune ed Arin hanno ipotizzato, per scongiurare altri episodi del genere, di circondare la foce dell'impianto a mare, in prossimità del pontile di Nisida, con una barriera galleggiante simile a quelle che si usano per contenere l'espansione delle chiazze di greggio.
L'ordinanza vieta la raccolta di ricci, molluschi e crostacei, anche per autoconsumo presso i siti della Gaiola, Rocce Verdi e Nisida, in prossimità della costa e a 100 metri dalla stessa. E raccomanda di non esporsi sulla battigia nei siti interessati dal fenomeno in presenza di condizioni climatiche avverse, come vento forte e mare mosso che possono spingere l'alga verso la costa e di evitare di immergersi in acqua dove è visibile l'Ostreopsis ovata, riconoscibile dall'addensamento di chiazze giallastre. In merito alle perdite dall'impianto di sollevamento di Coroglio a Nisida, invece il Comune assicura che, a seguito di analisi Arpac, non sussiste alcun rischio per i bagnanti di Posillipo e Nisida