Il commissario: «Ora niente proroghe per la gara richieste anche dall'estero»

Carotenuto: il tempo rimasto dovrà essere sufficiente per una progettazione di qualità
4 agosto 2011 - Vittorio Moccia

Il bando è stato pubblicato il 18 aprile del 2011, a seguito di questo ricorso si è dovuto concedere una proroga che ha fatto slittare i termini della presentazione di eventuali offerte al 20 settembre 2010. In merito al ricorso rimando a quanto riportato nelle motivazioni della sentenza. Quanto avvenuto non dovrà preoccupare il soggetto privato che deve investire circa 300 milioni di proprie risorse in questa regione». Alberto Carotenuto, commissario per i termovalorizzatori, illustra il futuro prossimo del procedimento già avviato.
Ora si passa alla fase della gara. «Nei primi dieci giorni dopo il via al bando si sono accreditati venti soggetti. Di questi sette provengono da altri Paesi dell'Unione Europea. Sono arrivate anche richieste di delucidazioni in merito al progetto e richieste di sopralluoghi del sito. Ora dopo il ricorso al tar tutta questa attività deve ripartire».
Sarebbe opportuna una nuova proroga? «Per il momento non ci sono ancora i presupposti».
Perché? «Una proroga è pensabile se ci sono dimostrazioni di interesse, ma in questo momento non ne riscontro alcuna. Spero, però, che le imprese che si sono accreditate abbiano già iniziato le attività di progettazione necessarie per passare 99 H ciclo dei rifiuti Visioni differenti tra le istituzioni Palazzo San Giacomo pensa solo alle esigenze della città alla fase successiva. Il tempo rimasto dovrà essere sufficiente per una progettazione di qualità».
La posizione del Comune rischia di creare problemi al procedere della gara? «Da quanto mi risulta nella prima delibera della giunta comunale è stata dichiarata la non volontà di realizzare il termovalorizzatore di Napoli est. Non commento quanto riportato dagli organi di stampa: per il ruolo che mi compete posso discutere solo atti ufficiali. Riscontro che durante l'udienza del 15 luglio presso il tar, alla quale ho assistito, gli avvocati del Comune hanno contestato le dimensioni dell'impianto, ma non la necessità di realizzarlo. Posso, quindi, dedurre che siamo quindi in presenza di due visioni differenti tra Regione e Comune in merito alla gestione del ciclo dei rifiuti».
Quali sono? «Da una parte la Regione si è dotata dello strumento di programmazione previsto dalla vigente normativa, il piano regionale dei rifiuti, che individua per tutta la Campania quatttro impianti di termovalorizzazione (Acerra, Salerno, Napoli est e Caserta) al servizio dell'intero territorio. Questo pianto, a cui ho dovuto ovviamente far riferimento, per le specifiche della gara, è stato presentato all'Unione Europea e approvato dalla giunta regionale. Dall'altra parte il Comune di Napoli, ovviamente per il ruolo che gli compete, porta avanti una politica basata sulle esigenze della sola città».

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