L'assessore: «Nell'area di Napoli est impianti a basso impatto ambientale»
Questa sentenza per noi non cambia nulla. La nostra resta una posizione c iara e netta contro l'inceneritore. E riteniamo che nessun imprenditore accorto abbia interesse a investire in una città contro il volere dei cittadini espresso chiaramente attraverso l'elezione del sindaco De Magistris». Così l'assessore all'Ambiente Tommaso Sodano.
Perché siete contro l'inceneritore? «Napoli non ne ha bisogno, il Comune si è candidato a gestire il ciclo virtuoso dei rifiuti che non necessita del trattamento finale con l'incenerimento, ma prevede invece raccolta differenziata al 70%, impianti di compostaggio e trattamento manuale a freddo, e di inertizzazione per la parte residua. E ci sono molti imprenditori che si sono dimostrati interessati al rilancio e alla riqualificazione della zona orientale di Napoli. Insieme potremo realizzare impianti a bassissimo impatto ambientale facendo in modo che Napoli da capitale dei rifiuti diventi capitale del riciclo».
Ma la legge attribuisce alla Provincia il compito di gestire il ciclo, al Comune dal nuovo anno toccherà solo lo spazzamento. «La normativa presenta delle incongruenze. Va cambiata e c'è un orientamento dell'Anci per ridare centralità alle amministrazioni comunali. Visto che per due anni di seguito le norme sono state prorogate, proprio a causa del dibattito accesso che vive nel Paese, è probabile che si vada verso una rimodulazione della norma».
Perché il Comune si era costituito in giudizio? «Noi contestavamo la revoca dei suoli all'amministrazione comunale: quei suoli ci servono per realizzare gli impianti di compostaggio». Messo che farete? «Andremo avanti. Sarà l'Asia a valutare l'eventuale ricorso al Consiglio di Stato. La nostra è una battaglia politica per tornare in possesso di quei suoli per realizzare i nostri impianti e non il termovalorizzatore. Del resto l'impianto previsto dal commissario non è rispettoso delle leggi: con la differenziata al 65% entro il 2012 come prevede la legge nazionale, non ci sarebbe niente da bruciare. A Napoli si producono poco più di 500mila tonnellate di spazzatura all'anno, se si rispetteranno le norme ne resteranno 140mila tonnellate e non 450mila come prevede il bando».
Pensate, dunque, che sia sufficiente l'impianto di Acerra? «Premessa la mia nota contrarietà a quell'inceneritore è evidente che in una logica di piano regionale voluto dalla giunta Caldoro è più che sufficiente per garantire lo smaltimento a Napoli e Provincia in una fase di transizione». Ma questo solo se si portano i rifiuti all'estero? «Oggi la priorità è pulire Napoli e i Paesi stranieri ci servono solo in questa fase di transizione, visto il disastro ereditato».