Processo Eternit a rischio L'appello del Comune
Il consiglio comunale di Napoli ha approvato su proposta del vicepresidente Elena Coccia (nella foto), esponente della Federazione della Sinistra, un ordine del giorno in ordine all'approvazione in Senato del cosiddetto processo lungo. Nella premessa del documento approvato dall'Aula di via Verdi si fa riferimento al fatto che la legge in esame a Palazzo Madama "consente alle parti in causa di ascoltare un numero illimitato di testimoni e che il processo in corso a Torino ha 2.889 vittime tra ammalati e deceduti sul lavoro per tumori professionali legati all'amianto" e che ancora "detto processo interessa circa trecento famiglie napoletane quasi tutte di Bagnoli". Nell'ordine del giorno dopo aver precisato altresì che l'ascolto di 9.600 testimoni indicati dalla difesa Eternit, potrebbe portare, inevitabilmente, alla prescrizione si raccomanda al Parlamento di stralciare dalla legge in via di emanazione quanto meno i processi attualmente in corso che abbiano ad oggetto vittime sul lavoro. Lo scorso luglio è terminata la requisitoria del pm Raffaele Guariniello, che ha chiesto la condanna degli imputati alla pena di 20 anni di reclusione, oltre all'interdizione perpetua dai pubblici uffici, dalla pubblica amministrazione per tre anni e dalla direzione di imprese per dieci anni, ritenendoli responsabili della morte di 1939 lavoratori degli stabilimenti Eternit di Casale Monferrato, Rubiera, Cavagnolo, Napoli-Bagnoli. «Ciascuno dei difensori di parte civile — spiega l'avvocato di Domenico di Criscioha avuto quindici minuti per presentare le proprie motivazioni. Gli operai di Bagnoli rappresentati da me e, in percentuale maggiore, dall'avvocato Di Celmo, fanno parte dello stabilimento più piccolo dell'azienda». Comuni a tutti i dipendenti sono le storie, tutte dolorose. «Fra i miei assistiti, ad esempio, c'è la famiglia di un operaio assunto a 20 anni e morto a 40, lasciando figli piccolissimi», conclude l'avvocato.