Emergenza ambientale, i Verdi protestano per il mancato intervento dell'Arpac «Alghe»

Topi morti a Nisida, le spiagge si svuotano

Dopo l'allarme a mare lidi deserti a Posillipo
2 agosto 2011 - Fabrizio Geremicca
Fonte: Crriere del Mezzogiorno

NAPOLI — Ratti annegati e spiaggiati a Trentaremi ed a Nisida, assorbenti galleggianti, immondizia trascinata dalle correnti. E stata una domenica nera per i bagnanti che si sono avventurati sull'isolotto di fronte a Posillipo (dove peraltro da anni vige il divieto di tuffarsi per l'inquinamento provocato dagli scarichi industriali dell'Italsider) ed a Trentaremi (anche lì tuffi vietati in prossimità della roccia per il rischio di caduta massi). Mentre i Verdi sollecitano controlli dell'Arpac, i balneari con il presidente Mario Morra urlano all'allarmismo e ricordano che solo il sindaco può eventualmente vietare la balneazione sulla costa (ma non c'è alcun provvedimento del genere all'orizzonte). Fatto è, che la risonanza mediatici dell'orrore (i topi spiaggiati a Bagnoli) ha svuotato, ieri, tutte le spiagge da Palazzo Donna Anna a Marechiaro. «Dell'8o% delle presenze almeno» secondo i Verdi. Vale a dire, che non si sono vendute sedie e ombrelloni all'Idea!, o alle Rocce Verdi o a Villa Beck. I tecnici comunali hanno ormai chiaro cosa abbia determinato quanto accaduto nel fine settimana. Riferisce l'architetto Giuseppe Pulli: «Tutto è partito dall'impianto di sollevamento di Coroglio, che sfocia in prossimità del pontile di Nisida». L'opera è di proprietà del Comune, ma è affidata all'Arin. Pompa le acque nere al depuratore di Cuma e convoglia le acque di pioggia che arrivano da Pianura, Camaldoli, Bagnoli e parte di Posillipo. Quando piove a dirotto, come giovedì scorso, scatta il meccanismo del troppo pieno: le acque meteoriche finiscono a mare insieme a quelle di fogna. Queste ultime diluite in percentuali tali che, assicurano Comune ed Arin, l'ecosistema le metabolizza. Assorbenti, topi e materiali solidi, però, in mare non dovrebbero finire mai e proprio per questo l'impianto di sollevamento ha sistemi di grigliature. Durante le piogge torrenziali di giovedì non sono bastati e non è la prima volta che accade. La Soprintendenza che gestisce l'area marina protetta della Gaiola si è rivolta per questo alla Procura. Intanto Arin e Comune corrono ai ripari. «Si sta pensando», dice Alfredo Pennarola, ingegnere dell'Arin, «di chiudere lo specchio d'acqua della foce dell'impianto di sollevamento con barriere mobili che blocchino i materiali solidi fuoriuscite . Certo non si può tollerare che topi morti galleggino tra Posillipo e Nisida a poche centinaia di metri dall'area protetta della Gaiola. Dove intanto è in corso un monitoraggio per verificare eventuali problemi provocati dal contatto con un'alga tossica, ostreopsis ovata, che fiorisce copiosa in questo periodo. I gestori dell'area chiedono ai bagnanti se hanno riscontrato problemi, per esempio l'arrossamento agli occhi o dermatiti.

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