Napoli, c'è accordo per uscire dalla crisi Si punta su differenziata e discariche
Il ministro Prestigiacomo: «Non ci sono soluzioni di destra o di sinistra»
Un pezzo alla volta per comporre il puzzle che darà il quadro completo del ciclo virtuoso dello smaltimento dei rifiuti e che finalmente farà emergere Napoli e la Campania da una crisi troppo lunga. «Discutete su tutto, ma ncordatecvi che sui rifiuti non ci sono soluzioni di destra o di sinistra», ha sottolineato il ministro per l'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, che ieri in Prefettura a Napoli ha siglato il protocollo d'intesa mteristituzionale sul ciclo di gestione dei rifiuti nella provincia di Napoli con i presidenti della Regione Campania, Stefano Caldoro, della Provincia di Napoli, Luigi Cesaro, e con il sindaco del capoluogo partenopeo Luigi De Magistris. I punti salienti del protocollo sono: incremento della raccolta differenziata e realizzazione degli impianti a essa connessi, discariche in cave abbandonate o dismesse e trasferimento dei rifiuti fuori regione, anche oltre i confini nazionali. Indicazioni negli anni più volte annunciate e ripetute senza che mai si concretizzassero, se però l'ufficialità di quattro firme avrà conseguenze positive ben venga il nuovo patto. Un accordo, per il ministro dell'Ambiente, «che rappresenta una svolta nell'approccio al problema dei rifiuti perché individua una strategia razionale, l'unica possibile, che vede tutte le istituzioni locali, mettendo da parte ogni differenza legata ai propri schieramenti politici per realizzare quel percorso che ci separa dalla definizione finale quando poi avremo realizzato 1 impiantistica necessaria». Manca però nel protocollo sottoscritto ieri il riferimento al termovalorizzatore di Napoli est poiché, ed è lo stesso ministro a notarlo, «si tratta di un impianto necessario, ma al momento non rappresenta un'urgenza», soprattutto l'accordo vuole «valorizzare le posizioni comuni», che non concordano invece su quell'impianto. Per Napoli il sindaco ha posto un doppio obiettivo: entro la fine del 2011 i cittadini coinvolti nella differenziata porta a porta saranno 325.000, entro la fine del 2012 il loro numero crescerà fino a mezzo milione. Grazie anche alla collaborazione con il Conai (Consorzio nazionale imballaggi) che con il Governo coprirà i costi per raggiungere la percentuale del 68% di differenziata. Nei quartieri dove il porta a porta non sarà attivato sarà invece «intensificata la presenza delle isole ecologiche mobili» ha precisato De Magistris. «Il programma del Comune di Napoli è ambizioso, ma realizzabile e porterà anche introiti quantificabili in 15 milioni di euro l'anno per la città», ha detto Roberto De Santis, presidente del Conai. La scarsità di fondi è infatti uno dei problemi cruciali dell'emergenza rifiuti, riconosciuto dal ministro che infatti ha spiegato: «Per il momento il progetto del Comune andrà avanti con il contributo di 9 milioni di euro concessi dalla Regione Campania. In futuro - ha aggiunto - il Ministero avrà a disposizione 10 milioni di euro su base nazionale e faremo in modo che, vista la situazione difficile, una parte considerevole sia destinata a Napoli». Sui conferimenti il governatore Caldoro ha ribadito che le ordinanze sono «necessarie» finché ci sarà la crisi. «L'ordinanza - ha spiegato, all'indomani della sentenza del Tar del Lazio che ha accolto il ricorso della Provincia di Avellino - è uno strumento eccezionale, derogatorio. È chiaro che ognuno di noi vorrà il prima possibile evitare di utilizzare questi strumenti». Il presidente della Regione, tuttavia, ha spiegato che «fino a quando ci sarà la crisi saremo chiamati a farvi ricorso, ma lo faremo con la prudenza necessaria».