Il Tar frena l'ordinanza, torna il caos

29 luglio 2011 - Mariano Rotondo
Fonte: Il Roma

È stato il Tar del Lazio, come anticipato ieri dal Roma, a bloccare all'ultimo secondo l'ordinanza del governatore Stefano Caldoro per trasferire i rifiuti nelle altre province. La sentenza del tribunale amministrativo è stata depositata ieri, ma i boatos erano già arrivati nella tarda serata di mercoledì, quando per il secondo giorno consecutivo era saltato il provvedimento del presidente della Campania già pronto dal pomeriggio del 25, quando era scaduta la precedente ordinanza. Per il momento, dunque, Napoli ed il suo hinterland non potranno portare le ottocento tonnellate al giorno di tritovagliato tra le discariche di Savignano Irpino, nell'Avellinese, ed in quella casertana di San Tammaro. Uno stop che rischia, insomma, di rispedire il capoluogo e la provincia nel caos dopo gli enormi sforzi per ripulire le strade che soltanto negli ultimi giorni avevano portato a risultati visibili ad occhio nudo. Già mercoledì, dunque, si era appreso di questo stop del Tar senza conoscere però quali dei ricorsi fosse stato accolto. Lo stop è arrivato dalla documentazione inviata da parte della Provincia di Avellino che dopo la prima ordinanza si era invece dovuta inchinare al no del tribunale amministrativa. Questa volta, però, il ricorso è stato accolto perché tra le strade di Napoli ed anche di Salerno - che sfruttava il dispositivo di Palazzo Santa Lucia - non c'è una situazione tale da determinare e giustificare il provvedimento eccezionale. Dello stesso avviso sembrava essere già nei giorni scorsi anche lo stesso Caldoro che aveva appunto ritardato la firma - fuoriesce dal suo entourage - proprio perché non aveva avuto quella percezione di emergenza che al contrario c'era stata nelle due precedenti occasioni. A non essere d'accordo è invece l'assessore regionale all'Ambiente, Giovanni Romano, che mercoledì sera aveva espresso il suo parare favorevole affinché fosse emanata l'ordinanza: «È necessaria - aveva detto - da Napoli e Salerno ci stanno già facendo osservare che ci sono nuovamente aree di sofferenza». Anche un piccolo scontro interno alla Giunta, quindi, che tuttavia è stato fugato dalla decisione del Tar che permette l'ordinanza soltanto dietro ad una difficile situazione igienico-sanitaria tra le strade dei territori che beneficiano del documento. Esultano, naturalmente, Avellino e Caserta, con i rispettivi presidenti che commentano positivamente la decisione del Tar del Lazio: «Viva soddisfazione per la decisione del Tar - dice il numero inrpino, Cosimo Sibilia - Il giudice amministrativo - ha preso atto che l'ordinanza che imponeva lo smaltimento dei rifiuti della provincia di Napoli e Salerno fino al 25 luglio scorso ha cessato i suoi effetti, accogliendo inoltre una precisa richiesta dei difensori della Provincia di Avellino, i quali temevano un uso in-discrimi-nato e sistematico di tali provvedimenti. Il Tar Lazio ha precisato - aggiunge Sibilia - che questa tipologia di ordinanza è eccezionale e la sua adozione è condizionata alla mancanza di capacità delle discariche site nella provincia di Napoli». «Un successo anche per Caserta - afferma il presidente dell'Amministrazione di Terra di Lavoro, Domenico Zinzi - Il Tar ci ha dato ragione su tutta la linea. La giustizia amministrativa - prosegue - ha confermato che Napoli non può sistematicamente portare i suoi rifiuti a San Tammaro. Il Tar, poi, ha anche sancito che eventuali ordinanze per consentire i flussi extraprovinciali dei rifiuti devono essere necessariamente legate alla provata mancanza di capacità delle discariche presenti nel territorio della provincia di Napoli. Con questa decisione - spiega ancora Zinzi - saranno evitati ulteriori soprusi ai danni della provincia di Caserta, che ha lavorato duramente per conquistare 1' autonomia nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti e che non può permettersi di accogliere i rifiuti napoletani. Dal provvedimento deriva che la discarica di Terzigno non può essere riservata esclusivamente ai Comuni vesuviani e che quella di Chiaiano va utilizzata in tutte le sue potenzialità».

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