Piano Province ok alla proroga salva-Napoli
Sui siti intesa con i sindaci vesuviani «Non ho motivo di ritenere che non venga prorogata», dice il sindaco de Magistris riferendosi all'ordinanza Caldoro sui trasferimenti dei rifiuti fuori provincia scaduta alla mezzanotte di ieri. Perché il primo cittadino sa bene che senza quell'ordinanza Napoli e l'hinterland verrebbero strangolate nuovamente dai rifiuti. E l'unico modo per una boccata d'ossigeno è legata alla firma dell'ordinanza per portare i rifiuti lavorati dagli stir nelle discariche di Savignano Irpino (Avellino)e San Tammaro (Caserta). Ma la via è tortuosa. Con i primi cittadini del casertano e il presidente della Provincia Zinzi pronti a dare battaglia affinché l'ordinanza non venga reiterata: «La contrasteremo in tutti i modi», ha ribadito ieri sera Zinzi durante un'affollata assemblea con una decina di primi cittadini. Appunto. Per questo a palazzo Santa Lucia si prende tempo prima della firma. Ventiquattro, quarantotto ore al massimo. Non c'è dubbio alcuno sulla necessità dell'ordinanza ma i tecnici e gli avvocati della Regione sanno bene che devono mettersi al riparo da eventuali ricorsi da parte delle Province. Come già accaduto a metà giugno. Con Caserta, Avellino e Benevento che fir marono un ricorso al Tar, a metà giugno, contro un'analoga ordinanza. Alla fine i giudici amministrativi mministrativi diedero torto ai ricorrenti ma si persero due settimane preziose. Cosa che non deve accadere di nuovo. E per evitare un'altra guerra di carte bollate occorre che non ci sia continuità tra un'ordinanza e l'altra (la prossima sarebbe la quarta) altrimenti verrebbero meno i principi di straordinarietà. Non solo. Occorre dover registrare una criticità nella raccolta e nello smaltimento dei rifiuti affinché il governatore possa esercitare i poteri sostitutivi che la legge gli concede. Per questo, solo per questi due motivi sono necessarie 24-48 ore tra un'ordinanza e un'altra. cautela, occorre cautela altrimenti senza questa soluzione tampone si fermerebbero gli stir e di conseguenza la raccolta. In attesa del decreto rifiuti per avviare su più larga scala i trasferimenti dei rifiuti verso altre regioni. Intanto si registra un cauto ottimismo da parte del sindaco di Napoli de Magistris. «La situazione è in miglioramento, stiamo lavorando speditamente», dice. Poi sul il sito di stoccaggio in via Brin, in un autoparco dove vivevano alcuni immigrati che hanno nel frattempo trovato altra dimora in diverse strutture del Comune, spiega: «Nessun rallentamento. Non consideriamo le persone come rifiuti, questa operazione non consente solo di avere un sito di stoccaggio, ma anche di da /MC re una dimora dignitosa a delle persone che vivevano sostanzialmente in una discarica». Ottimismo anche per l'intesa con il paese estero che dovrebbe accogliere i rifiuti napoletani: «Chiudiamo l'accordo prima di andare qualche giorno in ferie». Intanto ieri è stato firmato ieri l'accordo di programma per il ciclo dei rifiuti tra Regione, Provincia di Napoli ed i 19 comuni dell'area vesuviana. L'intesa prevede la completa autosufficienza dei comuni firmatari tramite la realirzazione di impianti di compostaggio odi digestione anaerobica. Inoltre i comuni dell'area vesuviana si sono impegnati, esaurita nei suoi compiti Cava Sari, ad individuare autonomamente il sito da utilizzare per la frazione residuale dei rifiuti a valle del ciclo della filiera. «Finalmente con i comuni dell'area vesuviana - commenta il presidente della Provincia di Napoli Luigi Cesaro - diamo inizio al piano predisposto dall'ente che prevede la suddivisione del territorio provinciale in sette aree autonome ed autosutlicienti nel trattamento dei rifiuti». Intesa a cui plaude il Pd di Napoli: «È un esempio di responsabilità istituzionale, ora tocca a Provincia e Regione dimostrare affidabilità. L'accordo è una base di partenza di grande valore. Sta a significare che un intero territorio si assume la responsabilità di scelte strategiche sul tema ambientale».