Da Chiaiano all'area vesuviana, si decide sulle discariche
Giornata campale per il presidente della Provincia, Luigi Cesaro e per i suoi tecnici che terranno tre successivi incontri con il vicesindaco Tommaso Sodano, con il i primi cittadini dell'area vesuviana e con quelli della penisola sorrentina. Con Sodano bisognerà discutere delle sinergie tra Comune e Provinia per I' area metropolitana. Si partirà dalla gestione degli impianti , ma difficilmente si potrà glissare il problema dell'individuazione delle nuove cave che dovrebbero raccogliere la frazione stabilizzata (secondo la Regione gli stir dovrebbero cominciare a produrla in maniera estensiva in tempi relativamente brevi). Vardè ne avrebbe individuata una a Chiaiano, ma le perplessità dell'amministrazione comunale sarebbero numerose. Non bisogna comunque dimenticare che proprio sulla'discarica di Chiaiano ancora aperta pende un'inchiesta giudiziaria: entrambe le ditte che la hanno gestita, la Edilcar e la Ibi Idroimpianti, sono state colpite da interdittive antimafia e il fondo cava sarebbe stato realizzato con argilla inadatta prelevata da una cava chiusa. Non solo: i proprietari di parte dell'area sarebbero proprio i Carandente Tartaglia, gli stessi che hanno dato vita alla Edilcar. E le altre cave della zona, anche quelle poi acquistate dalla Fibe, II commissario Tempo quasi scaduto: Vardè pronto a intervenire in caso mancato accordo con le comunità sarebbero state in origine di proprietà della stessa famiglia. Una situazione, dunque, estremamente complessa e pericolosa. Il secondo incontro è previsto con i sindaci dell'area vesuviana dove dovrebbe essere aperta una cava a San-t'Anastasia: in questo caso l'accordo non sembra lontanissimo. L'ultimo incontro, quello che coinvolgerà i sindaci della Penisola Sorrentina, dovrebbe servire ad aprire il discorso e ad avviare l'individuazione di un'area utilizzabile per portare lo stabilizzato anche in quella zona. Venerdì il vertice on i sindaci del volano si era concluso con l'ennesimo nulla di fatto. Resta ancora aperta, infatti la questione dei ristori ambientali che dovrebbero essere versati dalla Regione o dalla Provincia dopo un trasferimento di fondi. Una pronuncia della corte dei conti ha stabilito che i soldi da dare ai comuni non possano essere caricati sulla Tarsu. Bisognerà quindi trovare il sistema per farli arrivare nelle casse dei Comuni che ne hanno diritto: su questo tema la Provincia ha aperto un confronto con la Regione. Si va avanti, dunque, di rinvio in rinvio. La legge, però, prevede che se il commissario Vardè non riuscirà a risolvere il problema debba intervenire il governo. E il tempo sembra ormai quasi scaduto: se non si comincerà ad appaltare i lavori per realizzare i nuovi siti, infatti, sarà necessario continuare i trasferimenti nelle altre Regioni e all'estero per tempi anche più lunghi del previsto.