Vendola, porte chiuse alla Campania ecco l'ordinanza che ferma i camion

Modello leghista per la Puglia: ok preventivo per i trasferimenti dei rifiuti campani nelle discariche
24 luglio 2011 - Adolfo Pappalardo
Fonte: Il Mattino

«Rifiuteremo i rifiuti», aveva promesso il governatore della Puglia, appena mercoledì, spiegando in consiglio perché non avrebbe accettato i rifiuti campani: «Per evitare di portare ad una legittima rivolta dei cittadini». Appunto. Ma ventiquattr'ore prima la Regione Puglia, attraverso un'ordinanza dell'assessore all'Ambiente, aveva già decretato lo stop ai rifiuti campani. «In assenza del propedeutico nulla osta di questa amministrazione regionale è da ritenersi preclusa ogni possibilità di smaltimento, presso le discariche del territorio pugliese, di rifiuti derivati dalla tritovagliatura degli stircampani», recita l'ordinanza spedita a palazzo Santa Lucia, al Noe dei carabinieri, ad aziende private e sindaci del Tarantino. In pratica la Puglia ritiene indispensabile il suo ok così come previsto dal decreto legge sui rifiuti fermo nella commissione Ambiente di Montecitorio (discussione del testo dopodomani). Uguale, uguale ai niet leghisti, quindi. Uno scenario, però, per certi versi superato dall'ordinanza del Consiglio di Stato di una settimana fa che rende i rifiuti liberi di circolare. Non è assolutamente d'accordo Vendola: «Questa non è solidarietà, ma trasferire qui l'emergenza», aveva tuonato in consiglio. Già. Il Consiglio di Stato, infatti, è intervenuto sul contenzioso avviato proprio dalla Regione Puglia nei confronti di Italcave perl'accoglimento dei rifiuti urbani napoletani, con esito contrario alla Regione. E l'ordinanza dei giudici amministrativi potrebbe autorizzare ora la Campania allo smaltimento dei propri rifiuti senza nulla osta da parte delle Regioni. Calcoli alla mano la Puglia teme che da qui alla fine dell'anno possano essere smaltite sul suo territorio 180mila tonnellate circa. Troppe. Da qui lo stop. Complicato, almeno per ora, uscirne. Perché per il Consiglio di Stato i rifiuti da stir non sono considerati urbani, bensì speciali, e quindi possono circolare liberamente fuori regione. Ma il decreto è discordante: parte dal presupposto che i rifiuti siano urbani e l'articolo 1, quello che ha creato una frattura all'interno della maggioranza di centrodestra al governo, prevede il nulla osta delle Regioni d'arrivo per smaltire i rifiuti campani. In questo solco, in questa anomalia, si è inserita l'ordinanza dei vertici della Regione Puglia. Uno stop ai colleghi campani che devono «dame comunicazione agli enti interessati». Per evitare, quindi, che possano essere stretti accordi tra la Provincia di Napoli e imprese pugliesi private. E ora? Ad avere titolo ad impugnare il provvedimento firmato dall'assessore pugliese è solo un ente pubblico e non un'impresa che potrebbe far valere solo interessi economici e non quelli collettivi. In campo rimangono quindi palazzo Santa Lucia e la Provincia di Napoli che potrebbero chiedere una sospensiva dell'ordindnza attraverso un ricorso al Tar. Ancora carte bollate, quindi, a meno di un accordo politico in attesa che il decreto legge sia convertito o abrogato. 9 9 II documento Comunicazione a Santa Lucia: vietati anche accordi tra privati Il decreto legge martedì torna in commissione

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