C'è l'intesa: rifiuti in Germania a bordo delle navi

L'A2A brucia i tempi: da agosto 50mila tonnellate ad Amburgo e poi a Brema. Piano da 7 milioni
24 luglio 2011 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Una richiesta per esportare i rifiuti in Germania è già da venerdì sui tavoli della Regione, e altre due, per Paesi diversi, sono in arrivo. A sorpresa, ma non tanto, la notifica arriva dalla A2A, l'azienda che gestisce il termovalorizzatore di Acerra e l'impianto di tritovagliatura di Caivano dove ci sono ancora 30 mila tonnellate di frazione umida accumulate negli anni. La ditta bresciana ha dunque battuto sul tempo il Comune di Napoli che pure ha annunciato di avere in corso contatti per mandare all'estero la spazzatura della città. Se il contratto andrà in porto, e questa dovrebbe essere la volta buona, la fut di Caivano arrivera in un impianto privato di Brema dove sarà lavorata: una parte sarà destinata a recupero di energia (cioè bruciata) e l'altra finirà in discarica. Il tutto costerà intorno ai 140 euro a tonnellata, sette milioni per l'intero carico che viaggerà via mare su carghi tedeschi. Due i porti di partenza: Napoli e Torre Annunziata da dove i rifiuti arriveranno prima ad Amburgo e da lì a Brema attraverso il fiume Weser. Ci saranno carichi da massimo cinquemila tonnellate. La ditta Elios di Dante Bussato-re ha già imbustato nei sacchi utilizzati dall'Onu per trasportare i cadaveri cinquemila tonnellate di fut. La stessa azienda piacentina completerà le operazioni e poi trasferirà i rifiuti alle navi. Per chiudere l'affare la A2A si è affidata alla Markab, la stessa società che aveva già stretto rapporti con l'Andalusia: il contratto era poi andato a monte per l'opposizione degli amministratori andalusi che si erano opposti al programmato smaltimento nella discarica di Verinsur. Ma questa volta, secondo Markab non ci saranno incidenti di percorso. «Abbiamo presentato in Regione la notifica affinché il materiale contenuto a Caivano possa in tempi veloci essere imbarcato e spedito all'estero- dice Carlo Giomini, il presidente della società - Questo è un primo passo verso la normalizzazione di Napoli e della sua provincia». Perché l'accordo diventi operativo, però, l'ultima parola spetterà ai land tedeschi che dovranno autorizzare i gestori dell'impianto a riceve la monnezza campana. Se tutto andrà bene i primi trasferimenti avverranno tra fine agosto e inizio settembre. La Markab, intanto, tenterà di chiudere altri due accordi ancora con i Paesi del Nord che usano i rifiuti campani soprattutto per alimentare il teleriscaldamento. Se riuscirà a ottenere le necessarie autorizzazioni non sarà difficile trovare clienti che hanno bisogno di trasferire i rifiuti. Dopo il no delle regioni italiane a Napoli si concentrano imprenditori di ogni tipo e nazione interessati a smaltire la nostra monnezza. Già ad ottobre del 2010 diciotto imprese avevano risposto alla richiesta di manifestazione d'interesse partita dalla Regione Campania per organizzare monnezza tour in Italia e all'estero. Una ditta norvegese, la Avfalshandel, propose portare la monnezza i in nave per smaltirla in tre termovalorizzatori pubblici in Svezia e Norvegia. La Arge Returomag si fece avanti per bruciare la spazzatura in undici impianti tedeschi trasportandola con treni, tir e navi. La Konsortium Kva puntava a sette inceneritori tedeschi. Nella Germania speravano anche la Mw Umwelt e la Remondis che lasciava aperta anche l'ipotesi di scaricare in Olanda. Un gruppo di aziende italiane (la Difesa Ambiente, la 3Vambiente, la Igm Ambiente) volevano trasportare sacchetti in Germania, Olanda e perfino in Polonia. I viaggi dei rifiuti non sono certo una novità: sono cominciati nel 2001 (il primo contrattolo strinse la Ecolog) e sono continuati fino al 2008 facendo spendere all'allora commissariato di governo la bellezza di duecento milioni di euro. La meta anche allora fu la Germania. I trasferimenti sono stati poi al centro di un'inchiesta giudiziaria, la «Rompiballe», che coinvolse i vertici del commissariato di governo allora guidato dal capo della protezione civile Guido Bertolaso

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