Spazzini fantasma scattano denunce e licenziamenti

Assenteismo e truffe, linea dura dell'azienda
Cinquecento tra inabili e ultrasessantenni
25 luglio 2011 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Due licenziamenti nell'ultimo mese, cinque nell'ultimo anno. «Il nostro sforzo - spiega il presidente, Raphael Rossi - è quello di fare dell'Asia un'impresa normale». L'obiettivo: risanare l'azienda. Un'operazione necessaria visto che la situazione attuale è stata stigmatizzata anche dal Gip Isabela laselli nell'ordinanza di arresto dei manager di Enerambiente Corrado Cigliano e Giovanni Faggiano. D'altra parte i due allontanamenti sono stati, come sottolinea lo stesso Rossi, atti dovuti. Un dipendente aveva totalizzato la bellezza di ottanta giorni di sospensione dal lavoro perché non aveva bollato l'orario di uscita con l'impronta biometrica della mano come previsto dal regolamento aziendale. Probabilmente non era stato, dunque, rispettato l'orario di lavoro. Anche più grave il secondo caso: il lavoratore è stato anche denunciato perché avrebbe organizzato truffe assicurative sostenendo di aver urtato con un camion dell'Asia un'auto privata. Il mezzo in questione apparteneva a un altro dipendente che risultava a quell'ora in servizio. Non solo: negli ultimi mesi il conducente dell'auto aveva denunciato altri otto. E quello dei brogli nel settore assicurativo è un problema anche per Lavajet che ha difficoltà a rinnovare le assicurazioni visto che finora i dipendenti hanno denunciato incidenti per un totale di 200 mila euro di rimborsi. I mali dell'Asia, d'altra parte, non nascono tutti da casi di malversazione. Su 2437 dipendenti, infatti, ben 150 hanno, come attesta la documentazione medica, gravi limitazioni allo svolgimento di mansioni e 350 sono ultrasessantenni. 160 sono gli amministrativi di cui 83 restano negli uffici centrali e gli altri sono sparsi nei diversi cantieri altri cantieri. Un solo lavoratore ha meno 30 anni. In strada, quindi, attualmente possono andare solo 1800 dipendenti: troppo pochi se si vuole andare verso la gestione in house del servizio (eliminando progressivamente l'apporto delle ditte private che attualmente' servono circa 350 mila abitanti) e centrare il rilancio della differenziata. Per questo il vicesindaco Tommaso Sodano punta a svecchiare l'azienda. Ma per farlo ha bisogno della collaborazione del governo e delle organizzazioni sindacali. «Una parte di questi dipendenti per età o per malattia è oggettivamente in difficoltà. Perciò, in collaborazione con i rappresentanti dei lavoratori, stiamo cercando soluzioni che permettano il pensionamento anticipato». Già 150 persone possano andare via con gli strumenti attuali e sono state avviate le pratiche all'lnps. Ma non basta: per svecchiare l'Asia sono necessari interventi più incisivi: «Bisogna permettere a tutti gli altri di godere della pensione - *** dice Sodano - e trovare nuove risorse. Sono necessari gli esodi incentivati per i quali chiederemo fondi al governo». Per le nuove, eventuali assunzioni non sono previste corsie preferenziali, ma solo bandi pubblici. Prepensionamenti e gestione in house dei servizi potrebbero servire a rimettere in sesto l'Azienda. La partecipata del Comune di Napoli è nata nel 2000 grazie a due precedenti deli bere comunali del 1997 e del 1999. E subito cominciarono i problemi. A metà degli anni Novanta, infatti, tra Napoli e Provincia c'erano 16 mila dei 30 mila lavoratori socialmente utili della Campania(120 mila in Italia) l'azienda fu usata, dunque come ammortizzatore sociale: gli assessori Fernando Balzamo (Nettezza Urbana) e Pasquale Losa (personale) stabilirono che gli assunti dovessero essere operai comunali, Lsu e dipendenti delle ditte che gestivano precedentemente il servizio. In un primo momento si parlò di 1600 persone, alla fine si stabili un tetto di 2940 tra operaie amministrativi. Non solo: ai comunali si diede la possibilità di scegliere se restare al municipio o passare all'Asia. Quasi tutti restarono nei ranghi dell'amministrazione. Le assunzioni avvennero in gran numero tra gli Lsu tanto che il collegio dei revisori della corte dei conti segnalò: «Preoccupa particolarmente l'opzione prevista in favore del personale da trasferire dal Comune all'Asia di permanenza nei ruoli del Comune. L'esercizio di questa opzione e nella misura di quanti potrebbero esercitarla rappresenta un costo, non previsto, ma di fatto prevedibile, di cui bisogna tener conto nel presente bilancio. L'entità dello squilibrio potrebbe ammontare a diverse decine di miliardi». L'osservazione cadde nel vuoto. Ma non era finita: nel 2009 Asia fu costretta per legge ad assorbire altri 326 lavoratori del bacino Na5.

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