L'impianto di Acerra può finire alla Regione
La città respira: scende sotto le 2mila tonnellate la giacenza di rifiuti. Intanto, a Roma il sindaco de Magistris incontra il ministro dell'Ambiente Prestigiacomo, con la quale stabilisce un impegno di massima: dal governo ani-veranno fondi per far decollare la raccolta differenziata. La prossima settimana, il ministro sarà a Napoli per un altro vertice in Comune, dove sarà definita la quantita di risorse disponibili. Ma la Regione accelera sul completamento della filiera del ciclo integrato. «Dobbiamo fare i termovalorizzatori, gli impianti intermedi e le discariche» ripete il governatore Caldoro. E poiché riguardo «il termovalorizzatore di Acerra, la legge accorda la possibilità anche per la Regione di acquistarlo, stiamo valutando — annuncia- le condizioni economiche di quest'operazione e i vantaggi che potrebbero esserci per la regione. Ma ne dovremo parlare con la presidenza del Consiglio. I soldi, grazie ai fondi Fas, ci sarebbero».
Un progetto entrato in fase operativa, perché il 31 dicembre di quest'anno la proprietà dovrà passare da Impregilo ad un altro soggetto. Sugli altri impianti, Caldoro ribadisce che «sono già in fase di gara», ma in ballo ci sono i ricorsi: «A giorni arriverà la decisione della magistratura amministrativa chiamata ad esprimersi sul ricorso avanzato da Asia sulla gara che riguarda il termovalorizzatore di Napoli est». E lo stop al decreto rifiuti infastidisce il presidente della Regione. «Il Parlamento è sovrano, ma noi dobbiamo comunque risolvere il problema. Una parte del decreto- dice- era superata dalla decisione del Consiglio di Stato, ma l'altra quella che rafforza i poteri del commissario per le discariche, è ancora attuale». Sul nodo legislativo si è sfogato anche Giovanni Romano, assessore regionale all'Ambiente. «La situazione complessiva e la confusione che si è generata a seguito del dibattito parlamentare non aiuta. Il rischio di impasse è forte- avverte l'esponente della giunta di Santa Lucia-. Se il provvedimento viene ritirato non avremo più una norma di legge e allora ci sarebbero maggiori possibilità per sfruttare il dispositivo del Consiglio di Stato - afferma Romano- se invece viene lasciato in Commissione e in attesa dei tempi della decadenza, vuol dire che abbiamo una norma che sarà contrastante con la sentenza». Il risultato, spiega, «sarà che anche gli operatori di questo settore, di fronte a una confusione avranno difficoltà a rimettersi in moto. La situazione si complica ulteriormente». Al momento, la Campania ha stretto accordi con Liguria, Emilia Romagna e Toscana, verso cui partono ogni giorno, rispettivamente, 300 tonnellate nella prima, 200 tonnellate a testa nelle altre due. «Settecento in tutto — dichiara l'assessore - ne servirebbero almeno altre 700. Ci sono operatori di altre regioni, le società provinciali, che hanno dichiarato di essere disponibili ma è evidente che le Regioni non daranno il nulla osta se prima non capiranno quel è il quadro normativo di riferimento».
E il presidente della Provincia, Luigi Cesaro, lancia un ultimatum ai territori del nolano, in area vesuviana, sulle barricate contro l'ipotesi di una discarica: «è ora di smettere di tergiversare. L'accordo c'è: o si firma o a prendere le decisioni del caso sarà il Commissario Vardè». Il braccio di ferro è alle battute finali: oggi l'incontro decisivo.