Progetto Napoli, dossier al premier «Per la svolta servono 500 milioni»
Pressing sul governo per chiedere e ottenere lo sblocco in tempi rapidi di 500 milioni di euro che il Comune di Napoli è pronto a gestire direttamente, «assumendosi tutte le responsabilità». Per la prima volta Luigi de Magistris si presenta faccia a faccia con il premier Silvio Berlusconi e gli presenta il conto, salatissimo. Nessuna elemosina né soldi aggiuntivi, chiarisce subito il sindaco, ma «tutti fondi dovuti, che devono essere liberati per far ripartire la città. Non servono leggi speciali ne straordinarie. Vogliamo spendere i soldi con le leggi ordinarie e vogliamo essere messi alla prova, in uno spirito di unità delle istituzioni. Vogliamo che Napoli sia il fiore all’occhiello dei cittadini e del governo». La risposta del presidente del Consiglio è però cauta. Berlusconi valuterà con i suoi ministri e poi comunicherà al sindaco le sue decisioni. La strada, dunque, è tutt’altro che spianata.
Al vertice, che si tiene nel pomeriggio a Palazzo Chigi, partecipano anche il vicesindaco Tommaso Sodano e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta. Proprio lui ha svolto il ruolo di mediatore in queste settimane per organizzare l’incontro istituzionale dopo che, al Festival dei due mondi di Spoleto, de Magistris lo ha sollecitato a interessarsi direttamente dei problemi del capoluogo partenopeo. Per quaranta minuti il primo cittadino illustra a Berlusconi il grande piano per Napoli. E in cambio, dice, riceve «attenzione e sensibilità». E’ tutto nero su bianco nel dossier che il sindaco consegna nelle mani del premier e che sarà oggetto di approfondimenti da parte degli uffici di Palazzo Chigi: il tesoretto di 500 milioni (fondi europei e nazionali) rientra nel pacchetto di circa 2 miliardi di cui Napoli è beneficiaria (mentre per tutta la Campania sono 9 i miliardi a disposizione) sulla scorta dei progetti presentati. Le risorse saranno concentrate in cinque settori strategici: l’ambiente, con la realizzazione degli impianti («ma non il secondo termovalorizzatore», precisa l’ex magistrato) e l’estensione della differenziata fino a 500mila abitanti; il Forum delle Culture, in programma all’ombra del Vesuvio nel 2013, che va di pari passo con la riqualificazione del centro storico (a questo capitolo sono destinati 200 milioni); la riconversione di Bagnoli con il completamento delle opere in essere (50 milioni); i cantieri aperti e l’edilizia per costruire sviluppo e creare nuovi posti di lavoro. L’ultimo punto riguarda le infrastrutture e in particolare la metropolitana che, annuncia de Magistris, dovrebbe rientrare negli interventi finanziati con i fondi Cipe: la fumata bianca, a tal proposito, è attesa già nelle prossime ore. Ma perché Napoli punta a gestire direttamente i soldi? «E l’unica strada possibile – avverte il primo cittadino – Altrimenti, sia a causa della mancanza di progettualità che della tagliola del patto di stabilità a cui è sottoposta la Regione, i fondi che ci spettano andranno persi». Tutti temi, questi, che de Magistris affronta anche nei successivi appuntamenti con i ministri Raffaele Fitto e Stefania Prestigiacomo, alla presenza del governatore Stefano Caldoro con cui c’è già un’intesa di massima (oggi il presidente della Regione dovrebbe vedere di nuovo Berlusconi, dopo il faccia a faccia della settimana scorsa). Alla fine della missione romana si tirano le somme e il sindaco si dice soddisfatto. La sfida, sottolinea, è «rendere Napoli autonoma, restituendole centralità». Per questo l’ex magistrato intende costruire un rapporto costante con il governo attraverso incontri periodici. «Questo è stato il primo di una lunga serie», assicura. Sui rifiuti ha le idee chiare: «I cittadini sono pronti ad una grande mobilitazione sulla differenziata e a dare prova delle proprie capacità. Abbiamo bisogno dei finanziamenti necessari e riusciremo a lasciarci alle spalle l’emergenza». Per Sodano «il capoluogo partenopeo ha voglia di ripartire. Abbiamo le carte in regola per farlo. Se cresce Napoli, si risolleva l’intero Mezzogiorno perché si mette in campo un circolo virtuoso». L’obiettivo, insomma, è cancellare l’immagine negativa della città presentandola agli occhi del mondo in una veste diversa: un’impresa ardua ma possibile anche grazie a grandi eventi come la Coppa America e lo stesso Forum delle Culture. Per questo motivo il sindaco continua ad accarezzare il sogno di poter accogliere in città il presidente degli Stati Uniti Barack Obama.