De Magistris al premier : sbloccare 500 milioni. Pronto nuovo piano per Napoli

Il sindaco: «Chiediamo solo di liberare i fondi già impegnati e bloccati dal patto di stabilità».
27 luglio 2011 - Gianluca Abate
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

Un dossier con i progetti «già avviati» per il rilancio di Napoli. E cinque priorità: Bagnoli, il centro storico, l’ambiente, le infrastrutture e il lavoro. Eccolo qui il piano presentato ieri dal sindaco di Napoli Luigi de Magistris al premier Silvio Berlusconi, nel corso di un incontro durato 40 minuti. I costi? «Zero. Non abbiamo chiesto un euro in più, chiediamo solo di liberare i fondi già impegnati per Napoli e bloccati dal patto di stabilità».

Un tesoretto da due miliardi di euro. E, di questi, 500 milioni andrebbero sbloccati subito. «Non sono venuto qui per chiedere neppure un euro in più». Luigi de Magistris, sindaco di Napoli, spiega (anche) questo al premier Silvio Berlusconi. Lo fa nel corso del loro primo incontro ufficiale, iniziato con la presentazione di un dossier sui progetti «già avviati» per il rilancio di Napoli e concluso con una richiesta: «Sbloccare i fondi già stanziati per Napoli ma oggi inutilizzabili per il patto di stabilità». Un tesoretto da due miliardi di euro, di cui cinquecento milioni servirebbero subito.

Cinque le priorità: «Bagnoli, centro storico, ambiente, infrastrutture e lavoro». Vestito blu, camicia celeste cravatta rossa, Luigi de Magistris varca il portone di Palazzo Chigi in compagnia del vicesindaco Tommaso Sodano. L’incontro era fissato per le cinque, ma impegni del premier lo fanno slittare. De Magistris e Sodano attendono davanti a un caffè all’interno della Galleria Alberto Sordi, poi, alle 17.30, vengono ricevuti da Gianni Letta. Venti minuti dopo, arriva anche Berlusconi. E, alle 17.55, il sindaco di Napoli e il presidente del Consiglio iniziano a parlare. Quaranta minuti dopo, i due si stringono la mano. È un arrivederci, come spiegherà lo stesso Luigi de Magistris, parlando di «incontro proficuo che spero sia il primo di una serie. Attendo risposte, vorrei instaurare un rapporto costante con il Governo. Il premier si è impegnato a farci sapere cosa si può fare».

Già, ma cosa ha chiesto il sindaco di Napoli al premier davanti a una tazzina di caffè? Gli ha presentato un piano, innanzitutto. È l’elenco dei progetti per rilanciare Napoli. Comprende interventi per Bagnoli, scuole da ristrutturare, campetti sportivi per i ragazzi, metropolitana, costruzione degli impianti per il ciclo dei rifiuti, Forum delle culture, riqualificazione del centro storico con il rilancio del progetto Sirena, lavori per gli stadi Collana e Mario Argento. E poi, ancora, iniziative per l’imprenditoria femminile, i giovani, la democrazia partecipativa, i beni comuni, l’informatizzazione del Comune, le biblioteche, il polo museale. È tutto nero su bianco. Progetti già avviati, la cui realizzazione è già iniziata e, in alcuni casi, c’è solo da chiudere i cantieri. Quel dossier, adesso, è sulla scrivania di Silvio Berlusconi: «Le farò sapere tra qualche giorno» . E i costi? «Zero. Non abbiamo chiesto un euro in più, ma solo di liberare i fondi già impegnati dalla Regione per Napoli e bloccati dal patto di stabilità».

Sono complessivamente due miliardi di euro, «ma è ovvio che non si può avere tutto e subito». Così, al premier, de Magistris e Sodano hanno indicato quelle cinque priorità: «E per chiudere i cantieri non serve sbloccare cifre iperboliche. Gli interventi per il Forum delle culture e la riqualificazione del centro storico, ad esempio, richiedono 200 milioni. E per Bagnoli ne servono 50». Cinquecento in tutto quelli da liberare subito, con la richiesta di poterli gestire direttamente: «Siamo la prima città d’Italia chiederlo. E penso che in questo modo soddisferemo anche le esigenze della Lega, che accusa sempre gli amministratori meridionali di non saper spendere soldi». Inevitabili, ovviamente, le domande sui rifiuti. Com’è che la differenziata è in calo? «È un dato ereditato. Noi da settembre partiremo con 325.000 cittadini. E se il ministero dell’Ambiente ci da i fondi, diventeranno 500.000».

Vuole lanciare un appello? «Non serve, i napoletani sono entusiasti». Meno di un’ora dopo, uscendo dall’incontro con il ministro Raffaele Fitto in via della Stamperia, il sindaco è ancora più soddisfatto: «Sono abituato a vedere se alle parole seguono i fatti, certo. Però devo dire che ho notato una grande sensibilità da parte di tutti». Chissà, forse davvero Napoli «ha tolto la retromarcia». O magari, come dice il vicesindaco Tommaso Sodano, «il rilancio della città è il rilancio del Mezzogiorno». Quel che è certo, è che «il Governo in questo momento è il nostro interlocutore chiave». E che ieri, a Palazzo Chigi, si sono incontrati il premier e «il sindaco di tutti i napoletani, a prescindere dal loro colore politico». A giudicare dall’aria che tirava, c’è da scommettere che s’incontreranno ancora.

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