Rissa in aula e stop al decreto via libera ai rifiuti fuori regione

Maggioranza battuta alla Camera, poi l'intesa. Il governo deve ritirare il testo
21 luglio 2011 - Gerardo Ausiello
Fonte: Il Mattino

Il governo vota contro un suo ministro - Stefania Prestigiacomo - va sotto due volte e alla Camera è bagarre. A 24 ore di distanza la maggioranza va di nuovo in frantumi, e sempre sul decreto rifiuti. Alla fine - tra polemiche, insulti e cori da stadio - il centrodestra chiede ed ottiene il rinvio del testo in commissione Ambiente (ci aveva già provato martedì ma aveva incassato una bocciatura per sei voti): il provvedimento non tornerà più in aula, forse già nelle prossime ore il Consiglio dei ministri potrebbe provvedere a ritirarlo. Se così fosse, cosa succederebbe? Sarebbe valida l'ordinanza del Consiglio di Stato che consente il trasferimento dei rifiuti fuori dalla Campania attraverso un accordo tra i singoli impianti, senza nulla osta dei governatori. Una misura chiesta ripetutamente dal governatore Stefano Caldoro e dai parlamentari campani (in primis Paolo Russo, che ha presentato un emendamento ad hoc) ma soprattutto sollecitata dal capo dello Stato Giorgio Napolitano. La via d'uscita individuata dal centrodestra salva «capra e cavoli»: mette fine - per il momento - al braccio di ferro con la Lega, nettamente contraria al dl, consente di evitare altri voti rischiosi e risolve il problema di Napoli (ma solo se il decreto verrà ritirato e quindi cancellato: altrimenti resterà in vigore fino al 30 agosto. In questo caso per i prossimi 40 giorni il trasferimento dell'immondizia sarebbe subordinato al via libera delle Regioni ospitanti). Ma dal punto di vista politico Pdl e Lega escono dal-l'infuocata due giorni con le ossa rotte. Il Carroccio ha già chiesto all'esecutivo un altro decreto che fissi regole certe sulla materia almeno fino al 6 dicembre, quando è previsto il giudizio di merito del Consiglio di Stato. «Vogliamo evitare di lasciare margini di ambiguità legislativa» spiega il capogruppo leghi-sta Marco Reguzzoni. La giornata comincia in un clima sereno e di grande attesa per il voto del pomeriggio sulla richiesta di arresto di Alfonso Papa. Le tensioni del giorno prima sembrano lontane, la maggioranza pare aver trovato la quadra grazie alla la decisione di mettere nel cassetto il decreto.
Ma, in pochi alla mozione Idv istanti, la situazione degenera. Dopo il dibattito, il la polemica presidente della Camera Gianfranco Fini mette in votazione le mozioni. Sulla prima, che porta la firma dell'Idv e impegna il go- verro a stanziare i fondi perla differenziata, il ministro dell'Ambiente esprime parere favorevole. Ma l'esecutivo, inaspettatamente, vota contro e così la Prestigiacomo è costretta ad astenersi. Il provvedimento passa lo stesso e dai banchi dell'opposizione i deputati gridano «Dimissioni-dimissioni». In aula si scatena il caos. Roberto Giachetti (Pd) si rivolge al centrodestra e tuona: «Fate ridere». La stessa scena si ripete qualche minuto dopo quando, su un'altra mozione, il governo va di nuovo sotto. A mettere fine alle polemiche ci pensa il relatore del decreto, Agostino Ghiglia (Pdl), che rinnova la richiesta di rinvio del testo in commissione. Stavolta la proposta viene approvata, ma Terzo Polo e centrosinistra vanno all'attacco. In Transatlantico, intanto, *** il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchetto e il ministro Michela Brambilla litigano furiosamente. «E una vergogna. Con il rinvio del decreto in commissione il Pdl scambia la questione rifiuti con il voto contrario della Lega alla richiesta di arresto per Papa. Lo scambio scellerato è sotto gli occhi di tutti», dice il capogruppo del Pd Dario Franceschini. Durissimo il giudizio del leader del-l'Udc, Pier Ferdinando Casini: «Quello che è successo in aula è inammissibile. Nella mia lunga esperienza parlamentare non mi è mai capitato di vedere un esecutivo che dava parere favorevole e poi votava contro. O c'è un problema del ministro Prestigiacomo e allora se ne deve andare lei, ma non mi sembra, o c'è un problema del governo, come credo, perché il governo è in stato confusionale. Vogliono andare avanti, ma così fanno del male al Paese». Il vicepresidente di Fli, Italo Bocchino, accusa: «Così non si risolve l'emergenza di Napoli, Berlusconi e il Pdl si sono piegati alle esigenze della Lega». Immediata la replica di Reguzzoni: «L'insinuazione di Franceschini mi offende. In realtà mette le mani avanti perché sta preparando il voto dei suoi parlamentari contro l'arresto», afferma mentre dall'opposizione lo chiamano «buffone». Il ministro Prestigiacomo getta invece acqua sul fuoco: «Ci sono stati voti pasticciati di cui mi rammarico, ma non mi sento sconfessata. Ho mantenuto fede ai miei pareri, convinta che fosse giusto. Non è successo nulla di drammatico. Forse tutto è da addebitare alla giornata particolarmente tesa. Franceschini ha preso un abbaglio, la Lega aveva già fatto sapere la sua posizione sul tema dei rifiuti».

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