"Avevamo chiesto protezione nessuno ci ha ascoltato"

2 giugno 2008 - A. T.
Fonte: La Repubblica
L´avvocato della vittima, Carlo Destavola, dice di essere rimasto «senza parole». Più volte aveva chiesto protezione per il suo cliente, senza però trovare ascolto. «Ogni volta che andavamo a questuare perché al mio cliente fosse attribuita una qualsiasi forma di tutela, non c´erano molte persone ad ascoltare». 
Eppure l´ingegnere e i suoi famigliari avevano subìto diversi avvertimenti. «L´ultimo - racconta Destavola - mentre il figlio rientrava a casa, a tarda sera, durante le festività pasquali: furono esplosi alle sue spalle dei colpi dei fucile, che presero però il portone di casa». Episodio che il legale mette in relazione con la «campagna stampa» di un quotidiano casertano che in quei giorni pubblicava «ampi stralci degli interrogatori di Orsi nell´ambito dell´inchiesta in cui era stato coinvolto insieme con esponenti dei clan.
Per Tano Grasso, presidente onorario della Federazione antiracket italiana, «si è spezzata la convivenza tra imprenditori e boss casalesi, ma anche di chi non è mai stato connivente con i clan. Ed è per questo motivo che stanno riprendendo gli omicidi di commercianti e imprenditori». Con il delitto Orsi «è stato dato il via a una limpida strategia d´attacco che privilegia la linea imprenditoriale. I casalesi vanno al sodo, individuando negli obiettivi del mondo imprenditoriale i punti da cui far ripartire un meccanismo di convivenza che sembra essere stato spezzato».
La giovane deputata campana del Pd Pina Picierno sostiene che «l´uccisione dell´imprenditore di Casal di Principe rappresenta il culmine di una terribile escalation di violenza, nella provincia di Caserta, che si fa ogni giorno più preoccupante». La parlamentare auspica «un impegno sempre più forte della politica, delle istituzioni e dei cittadini per combattere questa dura lotta contro la criminalità organizzata». Mentre i sacerdoti di Casal di Principe esprimono «sconcerto e dolore» e invitano i cittadini a «non perdere fiducia nella giustizia».

 

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