De Luca: «Troppe indecisioni e resta il rischio-sversatoio sul Formicoso»

Il senatore del Pd rinnova le accuse: "La soluzione c'è e non si adotta"
Sviluppo, monito a confindustria
20 luglio 2011 - re.po.
Fonte: Il Mattino Avellino

«Che cosa ci si attendeva dal Tar? Perchè si continua con la politica dei pannicelli caldi e non si ha il coraggio di guardare in faccia la realtà? E poi, il rischio che la prossima discarica regionale venga realizzata sul Formicoso, e dunque in Irpinia, non è stato scongiurato».
Parla da Roma il senatore del Pd, Enzo De Luca, vice presidente della Commissione Bicamerale sui rifiuti. E parla non solo sulla vicenda rifiuti.
Rinnova le critiche, senatore De Luca?

«Inevitabile. Da sei mesi il Governo Berlusconi ha approvato un decreto legge - l'ultimo dei cinque che in tre anni ha prodotto per risolvere l'emergenza rifiuti della Campania senza mai riuscire a farlo e un altro provvedimento, il sesto, è in discussione alla Camera - nel quale è stata recepita la mia proposta di utilizzare, per depositarvi i rifiuti trattati, le cave abbandonate o dismesse presenti in Campania. Tra l'altro, per quantità di rifiuti presenti sulle strade e rischi per la salute e l'economia della regione, l'emergenza, così come ha dichiarato la settimana scorsa il presidente della bicamerale ecomafie, Pecorella, è ben oltre i livelli di guardia, come nel 2008. Non capisco perché il Presidente della Provincia e gli altri parlamentari del centrodestra dell' Irpinia e non solo, che lo hanno votato, non NE sollecitino l'attuazione. Anzi, ho notato qualche tentennamento di troppo. Tanto tempo è andato sprecato, non possiamo perderne altro. Anche perché, come risulta da numerose inchieste giudiziarie, sui rifiuti è sempre più ingombrante l'ombra dei clan camorristici. Allora mi chiedo: si vuole risolvere il problema o si corre anche il rischio, da parte della politica e delle istituzioni, di favorire, la criminalità organizzata?».
È un momento durissimo per l’Irpinia.
«Non mi sfugge, se penso alla crisi occupazionale. L'emergenza Irisbus è solo parte di una crisi ben più ampia che investe l'economia del'Irpinia, della Campania e del Mezzogiorno, dove si registra la percentuale di disoccupazione più alta del Paese e la presenza invasiva, delle mafie. Stando così le cose, il Governo provinciale e quello regionale non dovrebbero temere di rivolgersi al Governo nazionale e, nel caso della Irisbus ma anche della Fma, invitarlo a spingere sulla Fiat. Gli operai e le loro famiglie non possono essere lasciati soli in questa battaglia. Sulle iniziative da mettere in campo per il rilancio di sviluppo e occupazione, mi rivolgo anche alla Confindustria irpina. Nonostante l'impegno dei sindacati provinciali, la situazione resta allarmante. Non so, sono l'unico che si chiede: ma che fine ha fatto il tanto sbandierato «piano per il Sud», promesso a più riprese dal Governo, ma poi sempre caduto nel dimenticatoio?»
Non crede che maggioranza ed opposizione dovrebbe unire le forze per il bene della provincia di Avellino?
«L'ho detto più volte e lo ripeto: sono disposto a sostenere un'azione di rilancio del territorio da parte del Governo nazionale, regionale e provinciale, purché questa azione ci sia. Ho assicurato ripetutamente il sostegno del Partito Democratico a iniziative a vantaggio dell'Irpinia, ma se esse non vengono messe in campo da parte di chi dovrebbe, come facciamo a sostenerle?».
Accusa la maggioranza?
«Non sono mai stato interessato, e non ho intenzione di cominciare adesso, a portare la normale dialettica politica tra le parti sul piano della polemica e dello scontro personale. Sarebbe anche facile, ma non mi interessa colpire un avversario politico sul piano personale, lanciare accuse o ingaggiare bagarre polemiche. Ripeto: confrontiamoci sulle iniziative concrete».
Altro nodo delicatissimo è quello dell’assistenza sanitaria.
«Ritengo che non si possano cancellare, con tagli orizzontali e generalizzati, tutti i presidi ospedalieri del territorio. Le sforbiciate vanno stabilite valutando caso per caso, per intervenire laddove si sono verificati gli ammanchi di cassa più ingenti. Di certo, le aree interne non possono restare senza ospedali. Il piano regionale deve essere rivisto sulla base di queste considerazioni sacrosante».

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