Pdl diviso, in aula la secessione del Sud "Noi pronti a votare con l'opposizione"

La sfida dei parlamentari campani, battibeco tra Russo e Prestigiacomo
20 luglio 2011 - Ger.Aus.
Fonte: Il Mattino

Il ministro Stefania Prestigiacomo chiede a Paolo Russo di ritirare l’emendamento salva-Napoli (per i rifiuti fuori regione non servono i nulla osta dei governatori) ma il deputato del Pdl sbatte la porta e la sfida: «Lo voterò». Comincia così la secessione dei parlamentari campani da un Pdl legato a doppio filo alla Lega, «ormai sempre più sotto ricatto» dicono sconsolati in Transatlantico alcuni onorevoli di sangue meridionale. Il martedì nero per il governo Berlusconi scivola via tra polemiche, trattative infinite e inutili tentativi di mediazione (a partire da quello nel comitato dei nove, dove si registra la prima fumata nera della giornata. Ne seguiranno molte altre). Uno dei più complessi e imbarazzanti per il Pdl si tiene nella sala del governo di Montecitorio mentre in aula i deputati di maggioranza fanno «auto ostruzionismo» perché nessuno sa come uscire dall’impasse. Poco prima il centrodestra è stato battuto per sei voti dall’opposizione: la richiesta avanzata dal relatore Agostino Ghiglia di riportare il decreto in commissione, che avrebbe messo d’accordo per una volta Pdl e Lega, viene respinta. Così la maggioranza si ritrova in un vicolo cieco. La Prestigiacomo incontra i capigruppo e una delegazione di parlamentari campani per cercare di raggiungere un’intesa. Ma il vertice si trasforma qualche istante dopo in una sorta di tribunale dell’inquisizione, in una caccia alle streghe per individuare i «traditori», quelli che hanno contribuito a far andare sotto l’esecutivo. Il ministro interroga Russo: «Tu hai votato per il rinvio?», ipotizzando che il deputato fosse tra gli artefici della figuraccia. Una domanda che, tra stupore e disappunto, il campano respinge subito al mittente: «Ero d’accordo sul fatto di riportare la discussione in commissione, avevamo raggiunto un’intesa e io l’ho rispettata». Ma lo strappo si è già consumato e Russo lascia la sala. Ci prova quindi il vicecoordinatore regionale del Pdl Mario Landolfi - tra i sostenitori dell’emendamento salva-Napoli che recepisce l’ordinanza del Consiglio di Stato - a far cambiare idea alla Prestigiacomo, la quale dal canto suo teme una rottura totale con la Lega e la possibile caduta del governo. Il ragionamento del parlamentare è chiaro: i rifiuti non andranno comunque nelle Regioni del Nord (Lombardia, Veneto e Piemonte non li accoglieranno, con o senza decreto), per cui la posizione contraria del Carroccio resta essenzialmente politica, in coerenza con quella già assunta in Consiglio dei ministri. L’emendamento salva-Napoli potrebbe invece essere approvato con il consenso del Pd e del Terzo Polo perché aiuta il capoluogo partenopeo, (spacca la maggioranza) e soprattutto risponde alla pressante richiesta del capo dello Stato Giorgio Napolitano, che ha invitato l’esecutivo a fare di più per Napoli. Una posizione, questa, condivisa in parte anche da altri onorevoli campani: oltre allo stesso Russo, il coordinatore regionale Nicola Cosentino, i presidenti delle Province di Napoli e Salerno, Luigi Cesaro e Edmondo Cirielli. Ma ciò non basta a convincere la Prestigiacomo che tenta, fino all’ultimo, la mediazione con la Lega, irremovibile. Alla fine l’unica via di fuga possibile è rinviare la discussione di 24 ore aggrappandosi a questioni procedurali. Un’àncora di salvataggio per la maggioranza, che tuttavia esce da Montecitorio con le ossa rotte. E oggi alla Camera è prevista un’altra prova cruciale per la maggioranza: il voto sulla richiesta di arresto di Alfonso Papa (Pdl), coinvolto nell’inchiesta della Procura di Napoli sulla P4.

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