«Modifica obbligata, Consiglio di Stato in sintonia con l’Europa»

Ceceri, legale della Sapna "L'ordinanza di palazzo Spada vincola il parlamento"
19 luglio 2011 - lu.ro.
Fonte: Il Mattino

Soddisfatto ma allo stesso tempo preoccupato. L’avere dimostrato al Consiglio di Stato che la sentenza del Tar Lazio era iniqua e ha provocato la nuova crisi rifiuti potrebbe non bastare se la politica non fa la sua parte e modifica il decreto. Giuseppe Ceceri, il legale della Sapna ha il telefono che trilla in continuazione è nella sostanza l’uomo del giorno. La battaglia legale vinta è uno spartiacque nella gestione dell’emergenza rifiuti. «Sarebbe assai grave se il Parlamento convertisse il decreto così com’è - dice - Primo, perché significherebbe disattendere con legge la pronuncia del massimo organo di giustizia amministrativa. Secondo, perché il decreto legge fu fatto partendo proprio dalla sentenza del Tar Lazio, presa per oro colato». Abituato alla trincea Ceceri snocciola la tesi che ha sconfitto quella avversa del Tribunale amministrativo del lazio: «L’articolo 1 del decreto, difatti, dice più o meno: visto che i rifiuti trattati dagli Stir sono rifiuti urbani, non possono circolare liberamente, e tuttavia ciò è eccezionalmente consentito per il 2011 se c’è un’intesa interregionale. Bene, ora il Consiglio di Stato ha cancellato il presupposto di partenza: questi rifiuti non sono urbani ma speciali e quindi possono andare fuori regione. Il Parlamento ne prenda atto». Un appello accorato basato su di un dato oggettivo, l’ordinanza del Consiglio di Stato che entrerà nel merito della questione solo 6 dicembre. «La via maestra - prosegue Ceceri - sarebbe quella di introdurre una norma di interpretazione autentica, che recepisca l’indicazione del Consiglio di Stato. Ma se ciò non è possibile per l’ostilità della Lega, si faccia decadere il decreto, o perlomeno si stralci l’articolo 1. Approvare il decreto così com'è vorrebbe dire fare un danno alla Campania, e, anzi, farlo con intenzionalità. Tra l’altro, se ciò accadesse, si tornerebbe di nuovo davanti al giudice amministrativo». Il decreto se non viene modificato stabilisce il principio che mandare i rifiuti fuori regione significa fare accordi politici e non commerciali. «Ciò perché - sottolinea l’avvocato - l’ordinanza del Consiglio di Stato, anche se in modo sintetico, fa capire che i rifiuti di cui parliamo sono rifiuti speciali anche ai sensi della normativa comunitaria. Il che è esattamente quello che ha sostenuto il professor Sticchi Damiani nell’appello e che Sapna ha condiviso e supportato con il suo intervento ad adiuvandum». Quindi la stoccata finale: «E - si badi - il diritto interno in contrasto con quello comunitario va disapplicato dal giudice interno, che deve fare applicazione del secondo. Quindi, il Parlamento è avvisato».

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