A chi tocca aprire le discariche? È scontro sulle competenze
La replica: tocca al commissario
Per accogliere i rifiuti le Regioni unanimamente chiedono un impegno della Campania per l’apertura delle discariche. Ma la strada per arrivare all’inaugurazione dei nuovi siti sempre tutta in salita. A chi tocca dare il via ai siti di sversamento? Perfino su questo punto il dibattito è acceso. Il presidente Cesaro (che si è sempre battuto per lo stop alla provincializzazione e che quindi non ha mai mandato avanti l’impegno assunto con il sottosegretario Letta il 4 gennaio per l’apertura di uno sversatoio da un milione di tonnellate), da tempo lavora alle discariche comprensoriali che dovranno essere aperte, a suo parere, dal commissario Vardè, ed essere poi riempite con il materiale stabilizzato che dovranno produrre gli stir (al momento se ne fanno solo quattrocento tonnellate sulle 1500 prodotte). Ma il governatore Caldoro ha più volte sottolineato la necessità di continuare ad esercitare i poteri ordinari che vedono in prima linea Comuni e Province ed ha perciò rivolto un appello ai sindaci delineando anche una strada da seguire: «I primi cittadini - ha detto - facciano un’analisi sul proprio territorio, in particolare i sindaci di Napoli e Salerno, e ordinino immediatamente l’apertura di discariche anche piccole. La legge prevede che più Comuni possano mettersi insieme e costituire un’entità d’ambito. I sindaci devono comunicare immediatamente alle Province, e non a noi, la disponibilità che danno». Secondo il presidente della Regione il lavoro del commissario Annunziato Vardè «non è totalmente sostitutivo delle amministrazioni locali. Il suo compito è determinare, attivare e aprire discariche in cave dismesse, ciò significa che rimane tutta in piedi la responsabilità delle amministrazioni locali di scegliere loro i siti». Appello al momento inascoltato: gli enti locali non sembrano disponibili e la Provincia sottolinea che in ultima analisi il compito di aprire queste benedette discariche tocca al commissario Vardè: «La firma per l’apertura deve essere ovviamente del commissario al quale abbiamo fornito strutture logistiche e tecniche - spiegano - Al commissario Vardè spetta anche il compito di individuare le dislocazioni. Altrimenti non sarebbe nemmeno chiaro perché è stato nominato». E ancora «Non intendiamo entrare in polemica con nessuno, ma è evidente che se firmasse per l’apertura di uno sversatoio il presidente della Provincia commetterebbe un atto illegittimo». Dalla Regione, invece, si sottolinea che i poteri di Vardè sono sostitutivi: gli enti locali volendo possono provvedere in proprio. Ma al momento nessuno sembra intenzionato a farsi avanti. Annunziato Vardè, dal canto suo, sostiene: «Il mio compito è quello di attuare la legge e quindi di convocare la conferenza dei servizi: se questa non si esprime si investe il consiglio dei ministri al quale un ultima analisi tocca il compito di individuare i siti e realizzarli. Bisognerà però seguire le procedure». Per ora la conferenza dei servizi non è stata ancora convocata. «Stiamo preparando gli atti per arrivarci», spiega. E in questi giorni si continua a lavorare ai progetti, poi ci sarà la conferenza dei servizi, successivamente bisognerà organizzare una gara. Se tutto andrà bene i nuovi sversatoi potrebbero essere pronti entro marzo del prossimo anno. Se tutto andrà bene: se invece pioveranno i ricorsi ci vorrà ancora più tempo. E molto, molto più denaro.