La ditta si ferma Centro storico sempre più sporco

Lavoratori ancora senza stipendio: scoppia il caso Lavajet. Sito-parcheggio, si accelera
18 luglio 2011 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Non basta la mancanza di discariche. Non è sufficiente il no delle Regioni ai viaggi dei rifiuti. A inguaiare il centro storico ci si è messa anche l’ennesima protesta dei lavoratori della Lavajet, la ditta che per conto dell’Asìa serve, o dovrebbe servire, i trecentomila abitanti del centro. I dipendenti protestano perché non sono stati pagati e la raccolta è praticamente ferma. Così le strade dei bagnanti e dei turisti traboccano di spazzatura. A terra in città ci sono già duemila tonnellate di rifiuti, ma i lavoratori della Lavajet non demordono: «Il giorno 15 dovevamo prendere stipendio e quattordicesima ma non abbiamo ricevuto né l’uno né l’altro - spiega Giuseppe Balzano, uno dei dipendenti - perciò stiamo protestando. L’impresa è stata convocata dal Comune per martedì, intanto siamo stati diffidati dall’organizzare nuove proteste. Ma noi andremo avanti, ormai non ci fidiamo nemmeno dei sindacati. Venerdì e sabato abbiamo fatto due ore di assemblea a inizio turno e così non è stato possibile scaricare i camion. E nei prossimi giorni faremo lo stesso». Sabato notte, spiega il presidente di Asìa, Raphael Rossi, hanno sversato solo sette camion su settanta. La situazione, però, comincerà a migliorare solo quando i dipendenti avranno incassato. E questo, secondo Rossi, dovrebbe accadere già nelle prossime ore: «Abbiamo dato a Lavajet quello che dovevamo», sostiene il presidente. Ma, almeno fino a sabato, i soldi non erano arrivati agli operai. Sullo sfondo anche la preoccupazione per l’annunciata intenzione dell’Asia di non prorogare gli appalti esterni, ma di gestire in proprio l’intero servizio ad esclusione di quello per i centomila abitanti dell’area preservata dall’Unesco. In ogni caso i dipendenti sarebbero salvaguardati dalle norme sui passaggi dei cantiere. Ma la preoccupazione resta. I napoletani, quindi, dovranno affrontare ancora giorni duri. «Confermiamo il massimo impegno dei nostri uomini e mezzi, con tre turni di raccolta nell’intero arco delle 24 ore - dice Rossi - ma il problema consiste sempre nello sversamento. Circa metà del nostro parco automezzi è rimasto bloccato in lunghe code fuori degli impianti». Oggi dovrebbe arrivare l’annuncio ufficiale dell’apertura di un nuovo sito di stoccaggio e trasferenza che però non sarà allestito prima della prossima settimana mentre il Comune continua a lavorare all’accordo con alcune amministrazioni oltreconfine: nuovi contratti con i Paesi del Nord Europa potrebbero garantire lo svuotamento dei siti di trasferenza e uno sbocco per i rifiuti made in Naples. Intanto il trasferimento a Genova di duecento tonnellate di spazzatura che si trovava nell’ex Icm darà un po’ di respiro. Ma la situazione era e resta difficile. La nuova ordinanza di Caldoro sta evitando un ulteriore aggravamento della situazione, anche se la Provincia di Caserta - che sabato ha riunito consiglieri e sindaci nella discarica di San Tammaro - resta sul piede di guerra. Oggi probabilmente arriveranno i nuovi ricorsi al Tar di Avellino e Caserta. In ogni caso le possibilità di smaltimento restano ampiamente inferiori rispetto alle esigenze. Non si attenua infine la mobilitazione nell’area nord: i comitati civici di Chiaiano e dintorni sono pronti a scendere in piazza contro le ipotesi, finora mai confermate ufficialmente, di ampliamento e proroga della discarica aperta due anni fa e ormai in via di esaurimento.

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