Rivolta a Chiaiano discarica occupata "Non allargatela"

Comitati e cittadini sfidano i militari
No all'ipotesi di aprire nuovi invasi
17 luglio 2011 - Fredinando Bocchetti
Fonte: Il Mattino

A tre anni dalle prime barricate, come in un film già visto, il popolo antidiscarica torna in piazza per ribadire il proprio «no» all'ampliamento della discarica di Chiaiano e alle ventilate ipotesi di realizzare altre due invasi, uno all'interno di un sito dismesso (cava Liccardo) del confinante comune di Marano, l'altra nella cava (Sposito) in cui furono girate alcune scene del film «Gomorra». Due mini discariche ubicate proprio a un tiro di schioppo dallo sversatoio che per oltre due anni ha accolto la spazzatura di Napoli. Ieri, dopo il corteo spontaneo che si era tenuto nei giorni scorsi, l'iniziativa più eclatante da parte dei comitati civici e ambientalisti dei tre territori (Chiaiano, Marano e Mugnano) che maggiormente hanno patito per la vicinanza della discarica di Chiaiano. Un gruppo di attivisti ha infatti invaso la zona militare all'interno della quale si insedia lo sversatoio sorto nel cuore del Parco della colline di Napoli. Un sit-in, quello inscenato da una ventina di manifestanti, durato circa tre ore e terminato soltanto dopo aver strappato la promessa di un sopralluogo tecnico da parte della Sap.Na. e un incontro, la cui data non è stata ancora fissata, con il Commissario straordinario Tino Vardè e l'assessore regionale ai Rifiuti Giovanni Romano. Tra i manifestanti anche il consigliere comunale Pietro Rinaldi, diretta espressione dei comitati, identificato dalle forze dell'ordine assieme ad altri tre attivisti. «Siamo stanchi di sentire parlare di ampliamento e nuove discariche - attaccano Egidio Giordano e Antonio Musella, entrambi della Rete Commons! - Non ne possiamo più: la città vuole voltare pagina puntando sulle alternative infinitamente più convenienti sul piano economico, come il Trattamento Meccanico Manuale». In serata, poi, la protesta si è spostata a Mugnano, dove è andata in scena un'assemblea che ha visto la partecipazione di un centinaio di cittadini. «Il nostro territorio è destinato a ospitare lo sversatoio più grande dopo Pianura», incalzano i manifestanti. Il «mantra» che circola con insistenza è quello dei giorni caldi della protesta del 2008: «I miasmi nauseabondi hanno modificato il nostro stile di vita, l'aumento delle malattie tumorali è un dato certo, così come il crollo del valore degli immobili».

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