Termovalorizzatore, De Luca stringe i tempi
La task force salernitana, "al lavoro quindici ore al giorno" intorno al termovalorizzatore, ha messo mano alla lettera di invito per espletare la gara d'appalto. «Tempo quindici giorni e sarà pronta - assicura il project manager Alberto Di Lorenzo - perfettamente nei tempi secondo il nostro ruolino di marcia». Nel corpo del testo è chiaro il passaggio sul Cip 6, il finanziamento per la produzione di energia: «Noi lo diamo per scontato - ha riferito Di Lorenzo - Infatti era presente anche nel bando». Ore 16 di venerdì: proprio mentre De Luca era da Berlusconi con gli altri sindaci e i presidenti delle Province a siglare virtualmente piano generale e poteri di Bertolaso, a Palazzo di città si dava il via a questa ulteriore fase per la realizzazione del termovalorizzatore: «Entro il 15 settembre la gara sarà bell'e chiusa - assicura Di Lorenzo - le proposte saranno state presentate e non ci resterà che aggiudicarla. E' ovvio che l'offerta si sostanzia con la presentazione di un progetto più il resto della documentazione, per esempio il piano economico-finanziario. Le ditte selezionate al momento sono tre, la milanese 2A2, l'emiliana Hera e la francese Veolia che il Tar ha infilato dentro». Alle 18,45 è arrivato De Luca da Napoli e non ha commentato l'incontro con Berlusconi. «L'abbiamo letta come una circostanza positiva, favorevole, nel senso che evidentemente stiamo lavorando esattamente come previsto. Così è certo che otterremo i risultati sperati» dice Di Lorenzo. De Luca si è rimboccato le maniche e si è messo all'opera con loro. Fino alle 21. Il provvedimento Cip 6 del '92 rientra tra i meccanismi tradizionali di incentivazione dell'energia, ovvero quei meccanismi che promuovono la realizzazione di impianti alimentati a fonti rinnovabili e assimilate attraverso la remunerazione dell'energia a un prezzo garantito. Al termovalorizzatore di Salerno, come a quello in provincia di Caserta, era stato concesso in deroga dall'ordinanza della presidenza del Consiglio dei ministri già il 16 gennaio. Ovviamente una conferma con decreto significa rendere più appetibile l'appalto. Quattro sono i punti cardine del piano-rifiuti. Intanto si procede con l'apertura di dieci discariche, tra cui le due di Serre. E su questo De Luca si è mostrato intransigente: «Avanti senza esitazioni - ha detto - altrimenti ci troveremo nei guai». Poi si attendono i tempi dei quattro inceneritori: oltre a Salerno, Acerra, Napoli e Santa Maria La Fossa. Su questo Di Lorenzo si è mostrato scettico: «Noi staremo nei trenta mesi previsti perché stiamo lavorando al progetto già da tempo. Dubito che i Comuni che cominciano adesso possano fare altrettanto. I quattro, cinque mesi di lavoro da noi già svolto sono fondamentali per rispettare tempi così stretti». Il passo successivo è l'incentivazione della raccolta differenziata ovunque, sia attraverso l'organizzazione delle risorse e dei mezzi, sia attraverso l'educazione civica della popolazione. Informazione e formazione sono le parole d'ordine. Il quarto passo è la trasformazione dei cdr in centri di compostaggio. Il sì all'apertura delle discariche da parte di De Luca come degli altri sindaci, è garanzia per il premier che gli enti locali condividono in pieno le scelte fatte e che le appoggeranno "contro ogni demagogia", cioè opponendosi a quei colleghi che si metteranno alla testa delle proteste. Settemila tonnellate di rifiuti prodotti al giorno, col grande caldo già scoppiato, sono l'unica realtà di cui va tenuto conto, questa priorità è emersa con grande chiarezza durante l'incontro in Prefettura a Napoli. Resta sospesa la querelle Macchia Soprana-Valle della Masseria sulla quale il sottosegretario Bertolaso ha già messo gli occhi da tempo come dimostrano anche le intercettazioni telefoniche in possesso della procura di Napoli. Anche qui si spacca il fronte dei sindaci e a Serre giunge a dare manforte Postiglione, nel cui territorio la discarica allargata andrebbe a ricadere.