Il patto con le Regioni non decolla, Napoli affonda

Via ai trasferimenti solo in Emilia, Toscana e Liguria. Caldoro: non basta. Verso una nuova ordinanza
14 luglio 2011 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Monnezza su monnezza: i cumuli per le strade continuano a crescere mentre il caldo diventa asfissiante. Ieri a terra c'erano 2150 tonnellate oggi fino al tardo pomeriggio ne erano state sversate solo 450, perché si è anche fermato per diverse ore lo stir di Giugliano dove si è rotto un nastro trasportatore, oggi ce ne saranno in strada almeno 200 in più. Strade intasate dai sacchetti soprattutto a Pianura e nelle periferie. Una situazione grave che induce in queste ore il governatore Caldoro a riflettere sulla possibilità di reiterare già nei prossimi giorni l'ordinanza per portare i rifiuti nelle altre province. Chiusi gli accordi con Toscana, Emilia e Liguria oggi partiranno i primi carichi diretti verso due discariche toscane (previste 10 mila tonnellate entro la fine dell'anno), poi entro fine settimana si cominceranno i trasferimenti verso l'Emilia (fino a raggiungere 20 mila tonnellate). Praticamente solo simbolico l'impegno della Liguria: duecento tonnellate, un sesto della produzione giornaliera di Napoli. Bisognerebbe esportare almeno il doppio delle quantità già concordare. Perciò ieri il governatore Caldoro è tornato alla carica nei confronti dei colleghi presidenti di Regione e ha spiegato: «Ho risollecitato tutti per chiedere che, se c'è un diniego al nullaosta, sia motivato tecnicamente come prevede la legge. Non ci può essere - ha proseguito il governatore - un no politico ma un no motivato e tecnico». Ma i presidenti chiedono alla Campania di attrezzarsi aprendo nuove discariche. Tuttavia la strada per arrivare a inaugurare gli sversatoi appare tutta in salita. «Il piano è stato fatto, ma resta riservato - dice ilcommissario Annunziato Vardè – Tuttavia stiamo lavorando perrealizzarlo». Sulla localizzazione circolano molte indiscrezioni, ma la più accreditata individua cinque siti a Chiaiano, Marano, Sant’Anastasia, Giugliano e Comiziano. «Ci porteremo compost fuori specifica», spiega Vardè. Tempi tecnici previsti, almeno sei mesi. In realtà, probabilmente ce ne vorranno molti di più per convincere i sindaci e i cittadini, appaltare i lavori e realizzarli. Già da ieri a Chiaiano si organizza la protesta e il presidente della municipalità, Angelo Pisani si dice pronto a manifestare. E non solo: se in discarica bisognerà portare il cosiddetto stabilizzato, sarà necessario produrlo trasformando i tre impianti della provincia di Napoli (Tufino, Giugliano e Caivano). Attualmente il compost fuori specifica viene prodotto (200 tonnellate al giorno) a Caivano dalla A2A e a Tufino (altre 200) dalla Biocom di Maserada sul Piave. La ditta fu iscritta il 5 agosto del 2009 al registro delle imprese di Treviso con un capitale sociale di 10 mila euro (versati 2500) e il 18 dicembre dello stesso anno firmò un contratto con la struttura di Bertolaso che gli affidava la stabilizzazione dei rifiuti corrispondendo un minimo garantito di 194 mila e 400 euro al mese. L'impresa doveva provvedere alla lavorazione della spazzatura con il sistema bioe Control Gore. In pratica si trattava di insufflare aria calda tramite manicotti di goretex. Il rappresentante legale era Antonio Morona che quattro mesi dopo lasciò l'incarico. Attualmente la carica è ricoperta da Paolo Piovesan. Consiglieri sono Luciano Allievi e Dario Durante. Per stabilizzate tutta la frazione umida prodotta dagli stir bisognerà allargare il sistema e organizzare una gara. I tempi non saranno brevissimi.

Powered by PhPeace 2.6.4