Calore inquinato, si cerca una soluzione per gli agricoltori

Sirignano convoca a Mirabella un tavolo con gli amministratori tecnici e proprietari di terreni
12 luglio 2011 - Barbara Ciarcia
Fonte: Il Mattino Avellino

Gli agricoltori che dispongono di un pozzo stanno tranquilli: le loro coltivazioni sono floride e le primizie sicure e genuine. Quelli che al contrario per irrigare i campi e le coltivazioni devono necessariamente attingere acqua dal fiume Calore da giorni si disperano. I raccolti, soprattutto con queste temperature torride, rischiano di marcire e nessuno risarcirà mai i danni subìti. L'acqua vietata sta mettendo in ginocchio la filiera agricola della valle e a dura prova i nervi di chi da sempre vive, e produce reddito, grazie al Calore. Pertanto bisogna provvedere a trovare soluzioni ad un'emergenza che al momento continua. Molti contadini hanno provveduto a loro spese ad acquistare apposite pompe che depurano l'acqua ossigenandola. La salmonella fino qualche settimana fa e adesso l'E-coli sono una minaccia per molte aziende agricole del comprensorio ai confini tra Sannio e Irpinia. L'allarme per il batterio patogeno che si alimenta con la sporcizia che abbonda purtroppo negli alvei fluviali non è rientrato. L'Arpac di Avellino, diretta da Antonio De Sio, non ha affatto abbassato la guardia e continua a monitorare costantemente il corso d'acqua attraverso prelievi idrici e controlli serrati ai depuratori comunali non in regola con l'attuale normativa ambientale. Rigore e rispetto. «La vigilanza è fondamentale - spiega De Sio - ma occorre anche senso di responsabilità da parte delle amministrazioni locali. Ci troviamo davanti ad un problema che non può essere sottovalutato, e che si può risolvere solo con una collaborazione concreta e fattiva dei sindaci. La salute della popolazione viene prima di tutto». Sanzioni, e pure pesanti, saranno comminate a chi non rispetta il divieto di pesca e di utilizzo delle acque per fini irrigui o domestici. Il sindaco di Mirabella Eclano, e vice presidente della provincia, Vincenzo Sirignano, è stato il primo a emettere un'apposita ordinanza comunale. Pochi giorni dopo anche gli altri paesi dell'Alta e della Media valle del Calore hanno seguito l'esempio. I depuratori comunali, spesso obsoleti o mal funzionanti, sarebbero la causa principale della contaminazione delle acque fluviali. E sui collettori che si è concentrata l'attenzione dell'agenzia regionale preposta al controllo ambientale. Scarichi abusivi e scellerati non fanno che aggravare il malessere della flora e della fauna del Calore. Un intero ecosistema, delicato e mai protetto abbastanza, è a repentaglio. Un altro tavolo tecnico si è tenuto nella sala consiliare del palazzo municipale di Mirabella Eclano su iniziativa del sindaco Sirignano, del circolo dei pescatori e delle associazioni degli agricoltori che temono seriamente per le conseguenze del divieto di irrigazione. Le amministrazioni consapevoli di stare in difetto provano a giustificare eventuali inadempienze dovendo districarsi tra i conti comunali, esigui, e i tagli governativi, esagerati. «Noi ce la stiamo mettendo tutta per venire fuori da questa situazione critica - afferma il sindaco eclanese, Vincenzo Sirignano, promotore degli incontri con Arpac ed esperti-. Stiamo collaborando seriamente perchè in gioco c'è pure il futuro del Calore e dell'economia locale che si basa sull'agricoltura». Ironia della sorte poi il livello del fiume si è abbassato notevolmente. La siccità, prevedibile in questa stagione, è paradossalmente inevitabile nonostante da giorni gli agricoltori della valle non utilizzino più l'acqua infestata dall'E-coli.

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