Rifiuti a Pustarza, il Tar Lazio boccia la Provincia
Battaglia persa. Non è andato a buon fine il ricorso presentato d’urgenza dall’Amministrazione provinciale di Avellino al Tar del Lazio per bloccare l’ordinanza di venerdì scorso con la quale il governatore della Campania, Stefano Caldoro, aveva disposto l’utilizzo della discarica di Pustarza per accogliere, per cinque giorni , un determinato quantitativo (circa 2 mila tonnellate) della frazione tritovagliata degli Stir di Tufino e Battipaglia. Stessa sorte è toccata anche al ricorso presentato dall’amministrazione provinciale di Caserta per la discarica di San Tammaro. Oggi, invece, sarà la volta del ricorso presentato da Benevento per l’impianto di Sant’Arcangelo Trimonte e il 27 luglio per Terzigno e Chiaiano. In effetti, il tribunale amministrativo del Lazio ha respinto il ricorso presentato dall’avvocato Giancarlo Viglione per conto della Provincia di Avellino, ritenendo l’ordinanza Caldoro diretta a risolvere un problema di emergenza rifiuti limitata nel tempo. Avendo l’impianto irpino una capienza ancora consistente, non ci sarebbe l’immediato pericolo di esaurimento. Il problema si potrebbe ripresentare solo se ci fosse una reiterazione del provvedimento. In quel caso il Tar sarebbe costretto ad entrare nel merito della questione. Non cambia nulla, pertanto, a Pustarza. I compattatori continueranno a sversare fino a domani, al ritmo di 12 mezzi al giorno: sei provenienti dall’impianto di Tufino e altri sei da Battipaglia. A questi compattatori si aggiungono, ovviamente, quelli provenienti da Pianodardine e dai Comuni di Ariano, Greci, Savignano e Montaguto. L’esito del ricorso del Tar, anche se dispiace, non scoraggia, tuttavia, il presidente Cosimo Sibilia. «Ho fatto - sostiene - quello che ritenevo giusto e opportuno per tutelare l’Irpinia. Rispettiamo la decisione della Magistratura. Continueremo, ad ogni modo, a essere vigili e attenti». Intanto cresce la protesta per il modo in cui la Regione sta affrontando il problema dell’emergenza rifiuti di Napoli. Il consiglio comunale di Ariano ha votato all’unanimità un documento per ribadire «la netta contrarietà alla utilizzazione del nostro territorio e dei nostri impianti quale ripiego della inefficienza napoletana nella gestione del ciclo dei rifiuti». Per questo motivo l’assemblea ha chiesto al presidente della giunta regionale Stefano Caldoro «di non emettere nuove o diverse ordinanze in materia di rifiuti che vedano coinvolto il nostro territorio». Il consiglio ha deciso anche di sostenere l’azione legale intrapresa dal presidente della giunta provinciale «volta a tutelare gli interessi della Provincia nelle sedi legali ed amministrative competenti; di indire, infine, su questi temi una giornata di protesta istituzionale e cittadina con il coinvolgimento dei sindaci e dei territori limitrofi». Sulla questione interviene anche il consigliere provinciale del Pd, Franco Russo. «Questa Regione - precisa Russo - si è sempre e solo distinta per i tagli mirati al nostro territorio provinciale: assistenza sanitaria, scuole, trasporti, la ferrovia Avellino–Rocchetta, infrastrutture, tagli ai servizi sociali. Il presidente Caldoro ha detto recentemente ad Avellino che non intende firmare cambiali in bianco; ebbene, signor presidente nemmeno noi irpini vogliamo firmare cambiali in bianco con lei per avere i rifiuti di Napoli in Irpinia. Non vogliamo partecipare a questo scambio. Noi chiediamo che Napoli faccia la differenziata come la facciamo noi irpini. Riguardo i rifiuti di Napoli da sversare in Irpinia, non comprendo il comportamento di chi, dotato di intelligenza politica non comune, qualche anno fa, quando occupava un ruolo istituzionale rilevante, parlava di ”sacralità” di certi luoghi ed oggi, invece, appoggia la scelta di Caldoro. Non comprendo nemmeno la reazione, a mio avviso, troppo morbida, troppo blanda, dell’intera Provincia: istituzioni, partiti, territori».