Rifiuti da Napoli a San tammaro domani lo stop agli sversamenti

Il Tar respinge il ricorso della Provincia ma impone limiti alla Regione
12 luglio 2011 - Lorenzo Calò
Fonte: Il Mattino

Sì allo sversamento dei rifiuti da Napoli e provincia nella discarica di San Tammaro, ma soltanto fino a domani. Il Tar del Lazio, prima sezione, respinge il ricorso presentato dalla Provincia di Caserta (e, singolarmente, anche delle Province di Avellino e Benevento) contro l’ordinanza emessa nei giorni scorsi dal presidente della Regione Campania Stefano Caldoro che autorizzava conferimenti straordinari negli invasi di San Tammaro (Caserta), Savignano Irpino (Avellino) e Sant’Arcangelo Trimonte (Benevento). Ma il giudice amministrativo (il decreto è stato firmato dal giudice delegato Silvia Martino) ha rigettato il ricorso della Provincia «con riserva», stabilendo un limite temporale agli sversamenti straordinari (fino a domani) e fissando la data per la trattazione della questione al prossimo 27 luglio quando la valutazione del caso sarà esaminata da una formazione collegiale del tribunale. Un decisum, quello del Tar Lazio, che nella sostanza conforta il presidente della Provincia di Caserta Domenico Zinzi soprattutto perché il provvedimento sancisce «il carattere di assoluta straordinarietà dovuto all’emergenza rifiuti» e per questo delimita temporalmente l’autorizzazione agli sversamenti dei rifiuti di Napoli negli impianti delle altre Province. «Con questa decisione - dice Zinzi - il Tar Lazio ha chiarito il carattere di eccezionalità del provvedimento adottato dalla Regione, che proprio per questa ragione non potrà in alcun modo essere prorogato. Ciò dimostra ancora una volta - ha concluso il presidente della Provincia di Caserta - che la discarica di San Tammaro deve poter ricevere solo i rifiuti della provincia di Caserta e non quelli delle altre province campane». Un provvedimento simile, nella forma e nella sostanza, il Tar lo aveva già adottato alla fine dello scorso anno, in occasione dell’ennesima crisi dei rifiuti a Napoli e del Napoletano, quando si rese necessaria l’emissione di un’analoga ordinanza da parte di Caldoro con la quale si stabiliva di sversare i rifiuti del capoluogo regionale in altri siti della Regione bypassando una legge dello Stato, approvata a inizi 2010, che ha invece sancito una organizzazione gestionale e impiantistica del ciclo dei rifiuti su base provinciale. Proprio in seguito a quella discussa ordinanza del governatore (contro cui le Province della Campania presentarono ricorso) si avviarono i negoziati a Roma con governo, Regione e ministero dell’Ambiente, culminati poi nell’accordo di Palazzo Chigi sottoscritto lo scorso 4 gennaio e incentrato su due principi: quello della provincializzazione del ciclo dei rifiuti e quello della solidarietà fra aree territoriali. Il resto è, purtroppo, storia recente: la nuova crisi dei rifiuti a Napoli, lo stop del Tar Lazio ai rifiuti della Campania fuori regione e l’ennesima emergenza a Napoli e provincia dove al momento non sono programmati né impianti di stoccaggio e dove, tra l’altro, il neosindaco De Magistris si è apertamente opposto anche all’ipotesi di realizzare un termovalorizzatore nonostante sia già stata bandita la gara. Ecco perché lo scorso 8 luglio Caldoro ha emesso la contestata ordinanza che - ha stabilito il Tar Lazio - «avrà efficacia temporale pari a cinque giorni ed è destinata a venir meno alle ore 24 del 13 luglio 2011 senza che sia possibile ravvisare disposizioni atte a configurare una proroga di efficacia in assenza di nuova, ulteriore e autonomamente motivata determinazione del presidente della Regione Campania». Questi gli atti, dove si parla di «conferimento di fut, frazione umida tritovagliata». Alla mezzanotte di domani, a conti fatti, da Napoli e provincia saranno giunte a San Tammaro circa duemila tonnellate di spazzatura.

Powered by PhPeace 2.6.4